Viterbo 17 agosto 2005 ore 9 Senza Filtro - LAsl di Viterbo si prepara a vivere un'altra volta il cambio della guardia ai suoi vertici, con una nuova nomina decisa dalla Giunta Marrazzo, che doveva impartire un segnale forte e rivoluzionario a quella che era diventata unesigenza non più prorogabile e assolutamente necessaria: individuare un direttore generale capace di prendere veramente a cuore il contesto sanitario viterbese che, soprattutto oggi, mostra ancora vistose lacune di inefficienza e di inadeguatezza.
Allinvestitura del dott. Aloisio, si sono alternate valutazioni di ordine politico e tecnico, alcune a favore, altre contrarie, come apprezzamenti e critiche, accendendo un pubblico dibattito che stimola anche noi della Fials ad esternare a proposito alcune considerazioni. Lasciando ad altri le solite opinioni di rito, diciamo subito che siamo alquanto preoccupati per ciò che il nuovo direttore generale troverà nella mastodontica macchina sanitaria, composta da migliaia di operatori, presidi ospedalieri, ambulatori specialistici, servizi territoriali e strutture private che, nellinsieme, sono preposte ad erogare una serie di efficaci servizi ed unassistenza ospedaliera a dir poco accettabile.
Se si potesse dare la parola ai cittadini che fino ad oggi hanno rivolto le loro richieste alla Asl di Viterbo, sicuramente si allungherebbe la lista delle macroscopiche disfunzioni che hanno dovuto subire in quanto utenti del SSN.
Con la precedente direzione aziendale, targata Bruno Cisbani, ancora una volta lhanno fatta da padrone taluni dirigenti che, a fronte delle esose risorse finanziarie improntate a loro favore, hanno anteposto interessi personali e professionali a tutta una serie di progetti e propositi che dovevano dare vita ad un altro modello assistenziale e di comportamenti più vicini ai bisogni di un territorio rimasto troppo indietro rispetto ai livelli sanitari nazionali.
A tal proposito, è soltanto il caso di rammentare quanto denunciato sui giornali in questi anni, dalla mai ridotta migrazione dei malati fuori provincia e fuori regione, dalle lotte intestine tra lo stesso personale sanitario allinterno di alcune divisioni ospedaliere, dalla mancanza di spazi a Belcolle con conseguente ricovero degli assistiti nei corridoi, dalle chilometriche liste di attesa per alcune importanti attività specialistiche, dalla mancata ristrutturazione degli ospedali di Tarquinia, di Acquapendente, di Civitacastellana, di Montefiascone e di Ronciglione, dalla spropositata spesa per convenzioni, collaborazioni, acquisto di prestazioni ed assunzioni nominative.
Altrettanto sconcertante si rivela la situazione sul personale del comparto, la cui maggioranza, soprattutto di infermieri, ha dovuto sottostare a lungaggini burocratiche che ne hanno rallentato i passaggi in fascia superiore decisi in contrattazione decentrata, alla carenza di operatori nelle corsie ospedaliere a fronte di un discutibile affollamento nelle aule della formazione professionale per lacquisizione di crediti, alla gestione degli spostamenti e della mobilità che, spesso, ha messo in evidenza procedure di dubbia trasparenza e legittimità.
Per non parlare, poi, delle relazioni sindacali, molte volte gestiti con criteri personalistici o, comunque, con visioni fin troppo discriminatorie che scaricano effetti rovinosi su taluni associati al sindacato che, contro lamministrazione, manifesta apertamente il proprio dissenso. LAzienda che troverà il direttore Aloisio è lazienda dove il malato, in certe circostanze, come più volte capitato nei corridoi di Belcolle, si trova del tutto privato della sua sacrosanta intimità sotto lo sguardo curioso dei visitatori mentre, paradossalmente, sugli atti amministrativi, si tutela maldestramente lanonimato di quei dipendenti che percepiscono somme o indennizzi per le quali non è disposto alcun segreto di stato.
Ecco perché siamo allarmati per ciò che potrà constatare il dottor Aloisio, allesordio del suo importantissimo e delicatissimo mandato manageriale, sapendo da subito che non può essere risolutivo il fatto di aver sostituito Cisbani alla guida dellAsl di Viterbo se non si riuscirà a individuare ed a ridimensionare certi dirigenti che, protetti oltre misura, sono stati la causa principale degli episodi di malasanità.
Se lazione del nuovo direttore generale sarà quella di fornire unenergica indicazione in questo senso, troverà il sindacato Fials, i propri iscritti e tanti zelanti operatori, del tutto disposti per contribuire a riscrivere una sanità a Viterbo degna di questo nome.
IL SEGRETARIO PROVINCIALE FIALS
Roberto Talotta