Viterbo 10 agosto 2005 - ore 0,50 - Senza Filtro -Caro Carlo,
ho in parte seguito il botta e risposta tra te e il prof. Giampietro sul matrimonio omosessuale. La tua risposta mi ha dato parecchi spunti di riflessione e così, se permetti, intervengo anch'io.
Inizio col dire che non capisco cosa c'entrino i diritti delle minoranze e il rispetto di ogni cittadino. Forse che qualcuno oggi impedisce in Italia a due omosessuali di volersi bene, di vivere insieme sotto lo stesso tetto, di fare patti comuni davanti a un notaio? A me, scusa, pare il contrario: in TV un omosessuale ormai è una star; sulle reti di Berlusconi (da Costanzo al Grande Fratello) non si parla d'altro; manifestazioni come il gay pride manca poco che arrivino proprio sotto le finestre del Papa; c'è una sempre più diffusa tolleranza e accettazione del fenomeno in tutte le istituzioni, scuola compresa
Quindi, prima cosa, mi sembra inaccettabile dipingerci come una società che discrimina e che emargina. Non rispecchia la realtà dei fatti.
Ma qui si parla di ben altro, e cioè della questione se un'unione omosessuale debba essere definita matrimonio che dà luogo ad una famiglia. Il tuo ragionamento è questo: saremo uno stato di diritto solo quando riconosceremo il titolo di matrimonio e di famiglia anche a due omosessuali.
Ora, il prof. Giampietro ha una concezione della famiglia di tipo, diciamo, "classico". E' anche la mia concezione: un uomo e una donna si impegnano con un vincolo davanti alla comunità (e davanti a Dio, nel caso siano religiosi). Un uomo e una donna ho detto, dalla cui unione possono nascere dei figli, come natura vuole, che sono la risorsa e il futuro della società. Se noi siamo qui oggi a discutere è perché un uomo e una donna si sono amati, si sono messi insieme assumendosi delle reciproche responsabilità, ci hanno messo al mondo e ci hanno allevato.
Se, per ipotesi, un secolo fa tutti gli esseri umani fossero divenuti omosessuali, la specie umana si sarebbe estinta nel giro di pochi decenni. Non si tratta di parole o di convenzioni linguistiche che sono continuamente cangianti, come dici tu: un uomo e una donna si uniscono e dal loro atto sessuale nasce una vita. E' così e basta, è la realtà, la dinamica naturale. Non si cambia (a meno che tu non pensi che sia ora di manipolare la natura umana. Ma, considerati i tuoi studi sui regimi totalitari, ne dubito).
Bene, questa è la visione che ho definito "classica" del matrimonio. Ha funzionato bene per millenni. E' il caso di buttarla nel cestino con una leggina, come ha fatto Zapatero?
Vedi, tu concludi la tua risposta a Gianpietro dicendo che la tua concezione di famiglia è più ampia e riesce a rispettare e comprendere anche la sua, mentre quella classica no. Hai ragione. Ma è come quando il signor A discute col signor B su cosa sia un essere umano. Il signor A lo definisce un quadrupede intelligente, mentre il signor B lo definisce un quadrupede e basta. La definizione di B è molto più "comprensiva", ma può inglobare tutta una serie di quadrupedi che con l'essere umano non hanno niente a che fare. La definizione di B è più comprensiva perché è meno specifica, meno chiara, proprio come la tua. Dovresti darci più informazioni, spiegarti meglio, prima di giudicare le definizioni altrui.
Ad esempio, due zitelle che sono amiche e si fanno compagnia sotto uno stesso tetto sono una famiglia? Il loro è un matrimonio? Quattro vecchietti che mettono insieme la pensione e tutti i giorni giocano a briscola nello stesso appartamento, sono una famiglia? Hanno contratto matrimonio? Due omo e sei etero che mettono su casa insieme, contraggono matrimonio? Sono una famiglia?
Vorrei delle risposte e, ti giuro, queste domande avrei voluto porle a campioni del pensiero liberale come Mill o Popper.
Per favore, non rispondermi con lo slogan che bisogna rispettare il pensiero di tutti, perché allora il pedofilo di Orte che oggi mettiamo sotto accusa, domani lo dovremmo rispettare e riabilitare come uno che, poverino, legittimamente persegue le sue voglie sessuali e una sua filosofia di vita.
Dove ci stai portando, Carlo?
Se due o più persone vogliono vivere insieme, lo facciano pure. Se vogliono che i propri beni vadano in eredità ai propri conviventi, se necessario modifichiamo le leggi che regolano le eredità. Che siano quattro vedove rimaste sole al mondo, oppure tre anziani single che vogliono risparmiare sulla badante, due omosessuali o sei etero, che si ritrovino la sera per recitare il rosario o per fare sesso di gruppo, non è cosa che ci interessi. Non è una famiglia. E' gente che vive insieme, punto e basta.
Non è questione di essere omofobi. Semplicemente, non vogliamo chiamare famiglia quello che famiglia non è.
Infine: uno Stato come l'Italia, in cui non si consente ad un figlio di essere orfano di padre o di madre prima ancora della nascita, mi sembra molto più avanti, molto più evoluto rispetto alla Spagna e all'Olanda. Riconoscere il diritto a due omosessuali di adottare, o di farsi i figli in provetta con la fecondazione eterologa, mi sembra una vera e propria barbarie. In uno stato di diritto occorre rispettare il diritto di tutti, anche e soprattutto di un ragazzino.
Ultimissima cosa: 'sto dibattito riguarda, in fin dei conti, una percentuale bassissima della popolazione. Meglio spendere più energie nella promozione di una decente politica familiare. Io, con due figli a carico, rischio di diventare un poveraccio a causa di uno Stato che non mi aiuta, che non riconosce la ricchezza che rappresento per la società. E potrei fare tanti altri esempi. Questa mi sembra una battaglia urgente, degna di essere combattuta.
Gianluca Zappa
www.lacittadella.splinder.com
Caro Gianluca,
mi mancava proprio che qualcuno tirasse fuori la questione della pedofilia. E vai. Diamogli giù. Di relativismo in relativismo ci porti alla pedofilia. Ti sento dire. Ma insomma tu che badi tanto alla realtà dei fatti dovresti sapere che proprio in certi ambienti la pedofilia attecchisce. Insomma se vogliamo andare sul truculento, ricordiamo cosa è la chiesa cattolica americana, cosa sono certi vescovi. Condannati a chiare lettere persino dal papa scomparso. Insomma se vogliamo fare un dibattito serio non vedo cosa c'entrino i pedofili con la questione omosessuale. Non gradisco neppure una battuta in questo senso, neppure un riferimento labile.
Sarebbe troppo facile risponderti che proprio la tua Chiesa, così sessuofoba porta a certi risultati. Sarebbe troppo facile. E non di grandissimo gusto.
Per tentare di andare oltre. Non credo che questo sia uno scontro rusticano, in cui si debba abbattere il proprio nemico. Non mi interessa.
Potrei ripeterti le risposte delle altre lettere, e a quelle rimando per chi voglia capire quale possa essere una impostazione laica della questione.
Per quanto riguarda la tua lettera faccio notare solo che tu hai deciso che esiste una entità (dico "entità" in senso tecnico, cioè qualcosa che abbia ontologicamente una sua rilevanza autonoma) sociale. Hai deciso che esiste una definizione corretta di questa entità. E hai stabilito che chi non risponde alla tua definizione non può chiamarsi famiglia.
Vedi, io non credo che esistano enti intermedi. Nelle società esistono solo individui. Non credo neppure che le definizioni servano veramente a qualcosa. Ho meglio le definizioni mi piacciono quando servono allo scopo. In questo caso lo scopo è la felicità delle persone. Non credo nel nominalismo... e così via.
Insomma la tua è una visione del mondo che tu legittimamente difendi, ci mancherebbe altro. La differenza tra me e te è semplicemente che tu la tua visione del mondo, o un pezzo di essa, la vuoi far diventare legge dello Stato. Io no. Tutto qui.
Se poi vogliamo fare il gioco del demolire le definizioni, che pure io non amo. Il gioco è divertente.
Una coppia, mi raccomando uomo e donna con tutti i suoi bei geni X Y al punto giusto che dio ce li conservi, non ha figli è una famiglia? Se una coppia, sempre uomo e donna, si sposa in comune ma non ha intenzione di fare figli e si sterilizza è una famiglia? Per lo stato italiano sì per te forse no.
Nell'islam si considera una famiglia un uomo con più donne. In altre culture la famiglie sono famiglie allargate. Per te non lo sono?
Tu pensi che la riproduzione biologica sia un compito della coppia singola, io penso che sia un compito della specie nel suo insieme.
Da un punto di vista biologico non è importante che ogni coppia si riproduca. E infatti non ogni coppia si riproduce. E' importante che una popolazione si riproduca.
Se vogliamo dirla tutta ci sono stati omosessuali che dal punto di vista della riproduzione singola di coppia hanno rappresentato un vero zero, ma dal punto di vista della popolazione, della specie hanno dato un contributo fondamentale alla riproduzione.
Quello che mi stupisce in tutta questa voglia di costruire un muro è che tu non ti domandi se una coppia, se uomini e donne gay possono essere più felici o meno con altre leggi. Senza danneggiare gli altri ovviamente. A casa loro ovviamente, se proprio ci mettono così paura.
E non capisco neppure il discorso, questo sì terra terra, della coppia omosessuale che si prende le provvigioni dello Stato che per altro sono già poche. Tutta qui la vostra grande battaglia ideale. Si riduce a una questione di soldi.
Aveva ragione Ernesto Rossi, quando si sente parlare di ideali e valori, se scavi un po' trovi i soldi.
Lo dico spassionatamente, e tu sai che sei una persona che stimo altrimenti non avrei perso a risponderti: io ho la sensazione che sì insomma tu consideri gli omosessuali sì degli uomini, delle persone, che hanno tutti i diritti, ma senza esagerare.
E' in quel non dover esagerare che sta la differenza tra cittadini di seria A e di seri B. Tutto qui.
Un'ultima cosa. Questo dibattito potrà riguardare anche la vita di poche persone, anche se io penso che sono molte di più di quanto tu possa immaginare, ma anche se riguardasse la vita di una sola persona varrebbe la pena di farlo. Non è il cristianesimo che ci ha insegnato che ogni persona è un valore assoluto? E per me gli omosessuali sono persone, cittadini. E per te?
Cordialmente
Carlo Galeotti