::::: Tutto low cost  Tutto viaggi  Tutto automobili
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Roma Nord | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | Gallery| TwTv| Corriere2000|




Processo Gradoli - Esposito si difende: "Tatiana voleva farmi passare per un orco"
"Mai voluto far prostituire Elena"
Viterbo - 12 marzo 2011 - ore 2,10


L'imputato Paolo Esposito di nuovo davanti ai giudici
L'imputata Ala Ceoban
Ala e i suoi legali Piefrancesco Bruno e Fabrizio Berna seguono, attenti, la deposizione di Paolo
L'avvocato di Esposito Enrico Valentini
L'avvocato di Esposito Mario Rosati
Il pm Renzo Petroselli
Il legale di parte civile Luigi Sini
Il legale di parte civile Claudia Polacchi
- "Io non ho soldi e neanche tu. Metti una ragazzina a farla prostituire e tutto torna".

La ragazzina in questione è Elena, la 13enne scomparsa da Gradoli il 30 maggio 2009 con la madre Tatiana. Di lei si parla, ancora una volta, negli sms tra Paolo Esposito e Ala Ceoban, gli ex amanti alla sbarra con l'accusa di averle uccise e fatte sparire entrambe.

Nell'udienza di ieri mattina l'avvocato di parte civile Luigi Sini ha incalzato l'imputato con una raffica di domande.

Voleva sapere se Paolo a Ala avevano mai pensato di far prostituire Elena per fare soldi. "Tatiana voleva dimostrare questo - ha ribattuto Esposito -. Voleva farmi passare per il "cattivo" della situazione. E in effetti ci è riuscita, visto che oggi sono qui".

Che la sparizione di Elena e Tania, l'accusa di omicidio e il processo stesso siano una specie di congiura contro di lui, Esposito lo lascia a intendere più volte.

Sanno di congiura gli ormai famosi sms scambiati con Ala tra il giugno e l'ottobre 2007. Messaggi che l'imputato dice di "non riconoscere" e di "non aver ancora capito da dove vengono". In realtà, però, una spiegazione, Esposito l'ha trovata: è stata Tatiana a consegnare il cd con gli sms all'avvocato Sini, suo legale ai tempi della battaglia al tribunale dei minori per l'affidamento della bimba avuta da Esposito.

Quindi solo Tatiana, secondo l'imputato, può aver conservato e manipolato quei messaggi. Magari per usarli in tribunale contro Esposito.

Sembra rientrare nel presunto complotto anche la denuncia per abbandono di minore che Esposito presentò nei giorni immediatamente successivi al 30 maggio. "Doveva essere una denuncia di scomparsa - dice l'imputato -, invece me n'hanno fatta fare una per abbandono di minore. Io che ne so? Ho firmato... me so' fidato der maresciallo, poi perché è venuto fòri tutto 'sto casino non l'ho capito".

Esposito smentisce categoricamente di aver mai picchiato Tania. Anche se in un'intervista a Chi l'ha visto, ammetteva di averle dato qualche "sganassone".

Lui, però, non ricorda. E non ricorda nemmeno di aver mai tirato Elena per i capelli, come scriveva Tatiana nel suo diario.

E' proprio in queste pagine che si legge, tra l'altro, che un giorno Paolo chiuse Elena a chiave in cameretta, perché non voleva mangiare gli spaghetti.

"Veramente era stata Tania a rinchiuderla", ha replicato Esposito, sottolineando che la sua convivente era "menefreghista con la figlia piccola e manesca con Elena".

Per questo l'imputato aveva messo delle telecamere in casa. Per controllare Tania e impedirle di alzare le mani sulle bambine. "Non mi fidavo di lei - ha aggiunto -. Volevo che Tatiana si facesse curare. Non le avrei lasciato né nostra figlia, né Elena. Gliele avrei tolte entrambe, se avessi potuto".

Per tutta l'udienza l'avvocato Sini contesta a Esposito le sue precedenti dichiarazioni. Quelle rilasciate al pm e al gip, nell'estate 2009. Prima e dopo l'arresto.

A non convincere il legale è soprattutto l'interrogatorio del 6 agosto, quando anche Ala era finita in manette e la storia con lei non era più un segreto. Non c'era più bisogno, a quel punto, di raccontare balle. E invece Esposito continuò a farlo, dicendo di aver pranzato con Ala il 30 maggio e di essersi appartato con lei nel pomeriggio, vicino a un fiume. Una ricostruzione che non combacia minimamente con l'ultima versione dei fatti resa in aula.

"Ho mentito a gip e pm perché ero confuso - ha spiegato Esposito -. Tutti i giorni continuavano a torcermi per la figlia... ancora oggi lo fanno. Mi tengono per i capelli, come dentro una morsa...".

Il gioco dell'accusa è chiaro, secondo l'imputato e suoi i legali: usare la sua bambina per tenerlo in scacco. Negargli i colloqui con la piccola per estorcergli una confessione. Il tutto rientra in quello che la difesa definisce "atteggiamento persecutorio del pm", da sempre disapprovato dai legali.

La parola passerà, questa mattina, all'avvocato di parte civile Claudia Polacchi e ai difensori, per il prosieguo della deposizione di Esposito.


Copyright TusciaWeb - Chi siamo
Condividi

-