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L'imputata Ala Ceoban
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L'imputato Paolo Esposito
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Ala e i suoi legali
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Paolo e i suoi legali
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Esposito stringe la mano al suo avvocato Mario Rosati
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I giudici della Corte d'Assise, presidente Maurizio Pacioni, a latere Eugenio Turco
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La Corte al completo
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Elena Nekifor, madre di Ala e Tatiana, e la sorella Olga
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Il pm Renzo Petroselli e i legali di parte civile Luigi Sini e Claudia Polacchi
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Il pm ascolta la sentenza
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L'avvocato di Esposito Enrico Valentini
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L'avvocato di Esposito Mario Rosati
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L'avvocato di Ala Pierfrancesco Bruno
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L'avvocato di parte civile per Elena Nekifor Luigi Sini
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L'avvocato di parte civile Claudia Polacchi |
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Tatiana Ceoban, la 36enne moldava scomparsa
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Elena Ceoban, la figlia 13enne di Tania, anche lei scomparsa
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- Processo Gradoli, Paolo e Ala condannati all'ergastolo (video).
Carcere a vita. Isolamento diurno per un anno. Interdizione perpetua dai pubblici uffici. Pubblicazione della sentenza a Gradoli, Viterbo e Santafiora.
E poi provvisionale di 50mila euro ciascuno e pagamento delle spese legali. Un anno e sei mesi a Esposito per l'accusa di pedopornografia e decadenza della patria potestà sulla bimba avuta da Tatiana.
Questa la sentenza emessa per Paolo Esposito e Ala Ceoban, condannati dalla Corte d'Assise di Viterbo per il duplice omicidio di Tatiana ed Elena, madre e figlia scomparse da Gradoli nel 2009.
La camera di consiglio della Corte d'Assise presieduta da Maurizio Pacioni è durata circa cinque ore.
Alle 13,15 i giudici hanno sciolto le riserve e sono entrati in aula, accolti dal silenzio tombale della folla.
L'imputato Paolo Esposito ha stretto la mano al suo avvocato Mario Rosati per tutta la lettura della sentenza, fissando inebetito i giudici. Poi, fuori, è scoppiato in un pianto a dirotto insieme al suo legale.
"Non ce l'aspettavamo - ha dichiarato alla fine Rosati -. Per avere un'idea più chiara dovremo leggere le motivazioni. Adesso è il momento di leccarsi le ferite. Speriamo che arrivi anche quello di dare i pugni".
Il suo collega Enrico Valentini assicura che non finirà qui. "Le sentenze non si commentano: si impugnano - ha dichiarato Valentini ai giornalisti in aula -. Ricorreremo in appello e dovranno fornirci una perfetta ricostruzione del delitto. Chi ha ucciso, chi ha collaborato, dove e quando".
Dello stesso avviso anche il difensore di Ala, Pierfrancesco Bruno, rispettoso della decisione della Corte, "anche se i dubbi sull'impianto accusatorio restano".
Piena soddisfazione per i legali di parte civile Claudia Polacchi e Luigi Sini, per i quali la sentenza è "la fine di una fase". "Abbiamo creduto fin dal primo momento che ci fossero gli elementi per una condanna. Un primo passo è stato fatto, anche se è minuscolo, in confronto alla tragedia di Elena e Tania".
Il pm Renzo Petroselli sorride e cita una frase del giuramento dei giudici popolari: "Perché la sentenza sia quale la società l'attende, affermazione di verità e giustizia. E mi sembra che oggi giustizia sia stata fatta" (video).
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