:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Roma Nord | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | Gallery| TwTv| Corriere2000|




Tribunale - Sentenza dopo circa 5 ore di camera di consiglio
Processo Gradoli, ergastolo per Paolo e Ala
Viterbo - 13 maggio 2011 - ore 13,28


Madre e figlia scomparse
Dossier Gradoli
L'imputata Ala Ceoban
L'imputato Paolo Esposito
Ala e i suoi legali
Paolo e i suoi legali
Esposito stringe la mano al suo avvocato Mario Rosati
I giudici della Corte d'Assise, presidente Maurizio Pacioni, a latere Eugenio Turco
La Corte al completo
Elena Nekifor, madre di Ala e Tatiana, e la sorella Olga
Il pm Renzo Petroselli e i legali di parte civile Luigi Sini e Claudia Polacchi
Il pm ascolta la sentenza
L'avvocato di Esposito Enrico Valentini
L'avvocato di Esposito Mario Rosati
L'avvocato di Ala Pierfrancesco Bruno
L'avvocato di parte civile per Elena Nekifor Luigi Sini
L'avvocato di parte civile Claudia Polacchi
Tatiana Ceoban, la 36enne moldava scomparsa
Elena Ceoban, la figlia 13enne di Tania, anche lei scomparsa
- Processo Gradoli, Paolo e Ala condannati all'ergastolo (video).

Carcere a vita. Isolamento diurno per un anno. Interdizione perpetua dai pubblici uffici. Pubblicazione della sentenza a Gradoli, Viterbo e Santafiora.

E poi provvisionale di 50mila euro ciascuno e pagamento delle spese legali. Un anno e sei mesi a Esposito per l'accusa di pedopornografia e decadenza della patria potestà sulla bimba avuta da Tatiana.

Questa la sentenza emessa per Paolo Esposito e Ala Ceoban, condannati dalla Corte d'Assise di Viterbo per il duplice omicidio di Tatiana ed Elena, madre e figlia scomparse da Gradoli nel 2009.

La camera di consiglio della Corte d'Assise presieduta da Maurizio Pacioni è durata circa cinque ore.

Alle 13,15 i giudici hanno sciolto le riserve e sono entrati in aula, accolti dal silenzio tombale della folla.

L'imputato Paolo Esposito ha stretto la mano al suo avvocato Mario Rosati per tutta la lettura della sentenza, fissando inebetito i giudici. Poi, fuori, è scoppiato in un pianto a dirotto insieme al suo legale.

"Non ce l'aspettavamo - ha dichiarato alla fine Rosati -. Per avere un'idea più chiara dovremo leggere le motivazioni. Adesso è il momento di leccarsi le ferite. Speriamo che arrivi anche quello di dare i pugni".

Il suo collega Enrico Valentini assicura che non finirà qui. "Le sentenze non si commentano: si impugnano - ha dichiarato Valentini ai giornalisti in aula -. Ricorreremo in appello e dovranno fornirci una perfetta ricostruzione del delitto. Chi ha ucciso, chi ha collaborato, dove e quando".

Dello stesso avviso anche il difensore di Ala, Pierfrancesco Bruno, rispettoso della decisione della Corte, "anche se i dubbi sull'impianto accusatorio restano".

Piena soddisfazione per i legali di parte civile Claudia Polacchi e Luigi Sini, per i quali la sentenza è "la fine di una fase". "Abbiamo creduto fin dal primo momento che ci fossero gli elementi per una condanna. Un primo passo è stato fatto, anche se è minuscolo, in confronto alla tragedia di Elena e Tania".

Il pm Renzo Petroselli sorride e cita una frase del giuramento dei giudici popolari: "Perché la sentenza sia quale la società l'attende, affermazione di verità e giustizia. E mi sembra che oggi giustizia sia stata fatta" (video).


Copyright TusciaWeb - Chi siamo
Condividi
-