 |
Il tribunale di Viterbo
|
|
Mauro Rotelli
|
|
Attilio Manca
|
|
L'ex sindaco di Montefiascone Fernando Fumagalli prosciolto
|
|
Massimo Scapigliati
|
|
Il sindaco di Civitella D'Agliano Roberto Mancini
|
|
Alfredo Moscaroli
|
|
Ala Ceoban, imputata al processo Gradoli
|
|
Paolo Esposito, imputato al processo Gradoli
|
|
|
- Longa Manus e Miniera d’oro. Cev e Rotelli. Dazio e Asl.
Sono solo alcune delle grandi inchieste aperte dalla procura di Viterbo e arrivate a una svolta nel 2010.
Quello appena concluso è stato un anno di intenso lavoro per la magistratura viterbese, alle prese con omicidi e scomparse, traffici di rifiuti e giri di tangenti che hanno dato vita a imponenti filoni di indagine. Tra dibattimenti aperti e, soprattutto, false partenze.
È il caso del processo Rotelli. Meglio conosciuto come “Mensopoli”. Un’inchiesta datata 2007 e che fece scalpore, perché si abbatté sull’allora assessore ai Servizi Sociali, accusato di corruzione. In manette, con lui, finirono anche altre due persone. Una vicenda che si trascina da tre anni e che stenta a decollare. Bloccata, ogni volta, da un nuovo e diverso problema procedurale.
Le lungaggini della giustizia hanno pesato anche su altri casi. Come quello di Attilio Manca, l’urologo morto a Viterbo nel 2004. Non si sa ancora se per omicidio o suicidio. Il 2010 ha visto la riapertura del fascicolo, archiviato per tre volte. Ma la vicenda è ferma alle indagini preliminari da sei anni.
Congelata, come quella del presunto stupro di Montalto di Castro. Giunto solo quest’anno a un’udienza preliminare che va avanti a rinvii (l’ultimo, quello del 21 dicembre, era il terzo, dall’estate 2010). Gli otto indagati, accusati di aver violentato una quindicenne in una pineta nell’aprile 2007, furono messi in prova dal giudice. Il provvedimento, però, fu annullato dalla Cassazione perché immotivato. E così si è tornati indietro all’udienza preliminare. Che, però, procede a singhiozzi, senza mai cominciare davvero.
Una simile retromarcia è quella di Longa Manus, avvenuta proprio alla fine del 2010. L’inchiesta sul traffico di rifiuti pericolosi travolse parte della giunta comunale di Montefiascone, allora presieduta dal sindaco Fernando Fumagalli, e gli amministratori delle società addette alla riscossione della tassa sugli Rsu. Anche questo è un quasi-processo, perché il dibattimento era stato quasi-aperto, con data di inizio fissata al 21 dicembre. E invece, per un vizio di forma, gli atti dell’udienza preliminare sono stati azzerati e gli indagati dovranno tornare davanti al gup. Tutti tranne l’ex sindaco Fumagalli e l’ex vicesindaco Sandro Leonardi. Gli unici ai quali l’anno appena concluso ha portato fortuna: il primo, infatti, è stato prosciolto in via definitiva, e il secondo assolto. Entrambi a luglio 2010.
Fumagalli, Leonardi & Co. non sono stati gli unici amministratori ad avere problemi.
Il 2010 è stato anche l’anno nero della giunta Gabbianelli, che ha visto abbattersi sull’ex primo cittadino e su molti dei suoi collaboratori la scure della Corte dei Conti. In 16 sono stati condannati a pagare più di tre milioni di euro. Un indennizzo a molti zeri per risarcire il Comune dei danni erariali emersi dalle indagini della Finanza sul Cev e sui servizi affidati alla società. Quasi sempre, secondo gli inquirenti, con procedure non regolari.
È l’inchiesta madre, quella sul Cev. Che ha fatto aprire svariati filoni di indagine per corruzione. Uno, quello sulla variante del piano regolatore di Viterbo, ha portato alle dimissioni l’ex assessore Fabrizio Purchiaroni. L’altro, denominato Dazio (dall’omonima operazione della forestale) ha fatto scattare le manette ai polsi dell’ex dirigente comunale Massimo Scapigliati, di due funzionari della Soprintendenza, uno della Regione e dei due imprenditori del cemento Dario e Domenico Chiavarino. Un’indagine interamente basata su centinaia di migliaia di intercettazioni, clamorosamente annullate dai giudici, tanto in Dazio, quanto in Miniera d’oro, l’altra indagine della forestale che coinvolse, ancora una volta, Domenico Chiavarino e il sindaco di Civitella d’Agliano Roberto Mancini.
Una storia di corruzione e tangenti, Miniera d’oro, che ha molto in comune con l’inchiesta sulla Asl. L’ipotesi di reato (corruzione). I pm titolari dei fascicoli (Stefano D’Arma e Fabrizio Tucci). E il fatto che, per entrambe, il 2010 è stato un anno decisivo. L’anno dell’inizio del processo con rito immediato. Per Mancini e Chiavarino da una parte. Per un socio Isa e due ex dirigenti della Asl Roma H dall’altra.
L’unico processo monumentale avviato nel 2010 e andato avanti senza intoppi è quello del giallo di Gradoli, iniziato il 4 giugno scorso, a poco più di un anno di distanza dalla scomparsa di Tatiana ed Elena Ceoban, madre e figlia moldave sparite da Gradoli senza lasciare traccia.
Il sospetto è che siano state uccise dal convivente e dalla sorella di Tatiana, Paolo Esposito e Ala Ceoban, ex amanti in carcere dall’estate 2009 per duplice omicidio e occultamento di cadavere.
Un'appassionante vicenda che, da oltre un anno e mezzo, infiamma e spacca l’opinione pubblica. E che, sicuramente, continuerà a riempire le pagine dei giornali locali e nazionali anche nel 2011.
|