- Giallo di Gradoli, rigettate le eccezioni della difesa. Erika, la figlia di Paolo Esposito e Tatiana Ceoban, e e la nonna Elena Nekitor si sono costituite parte civile.
Sono le novità emerse dall'udienza preliminare che si è svolta questa mattina nell'aula della corte d'Assise del tribunale di Viterbo.
Il tutore di Erika, il sindaco di Gradoli Luigi Buzi, si è costituito parte civile a nome della bimba. Lo stesso ha fatto la nonna Elena, madre della donna scomparsa, Tatiana.
Una seduta che è andata avanti per tutta la mattinata.
Paolo Esposito era presente in aula, vestito con una maglione blu a girocollo e un giubbotto beige. Visibilmente dimagrito per lo sciopero della fame e della sete che sta portando avanti ormai da una settimana. Accanto a lui i suoi avvocati, Enrico Valentini e Mario Rosati.
Poco più giù Ala Ceoban, accusata insieme a Paolo dell'omicidio della sorella Tatiana e della figlia di lei, Elena. Da quanto trapela, tra i due non ci sarebbe stato nessuno sguardo. Nessun gesto di complicità. L'attenzione era tutta per il processo.
Intorno alle 11,40 la seduta si è fermata per circa un'ora.
“Abbiamo presentato le nostre eccezioni – dice l'avvocato Rosati all'uscita dall'aula -. Abbiamo chiesto che fossero dichiarati nulli gli interrogatori dei genitori di Paolo, perché, in quanto prossimi congiunti, potevano astenersi dal deporre. Così come le dichiarazioni di Ala del 29 luglio, che sono state messe agli atti, nonostante fosse ascoltata come persona informata sui fatti e non come indagata.
Che fossero, inoltre, riascoltati dei testimoni che dicono di avere visto Tatiana nei giorni successivi alla sua scomparsa.
Vogliamo, poi, la trascrizione completa di tutte le intercettazioni telefoniche e ambientali che sono state fatte. Aspettiamo che il giudice si pronunci su queste eccezioni che abbiamo presentato”.
Dopo una circa un'ora, il giudice Fanti ha reso note le sue decisioni, rigettando tutte le eccezioni della difesa, tranne quella relativa alle dichiarazioni dei nonni.
Tutto è comunque rinviato alla settimana prossima. Il 22 marzo, infatti, si tornerà a discutere sul rinvio a giudizio di Paolo e Ala.
“Ce lo aspettavamo – dicono in coro gli avvocati Valentini e Rosati -. Ricostruiremo una storia alternativa a quella fornita dall'accusa. Una versione alla quale non abbiamo mai creduto. Per il momento, avanti si vada”.