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Processo Gradoli – Straziante deposizione della madre di Tatiana, ascoltata per oltre sei ore
La Nekifor piange, Esposito ride
di Stefania Moretti
Viterbo - 10 luglio 2010 - ore 4,00

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Elena Nekifor
Elena Nekifor con l'interprete
Pierfrancesco Bruno, avvocato di Ala Ceoban
Il pm Renzo Petroselli
Luigi Sini, avvocato di parte civile che assiste Elena Nekifor
Paolo Esposito
Ala Ceoban
Veronica Martino, fidanzata di uno degli autisti ascoltati nelle scorse udienze
Esposito se la ride
Sospiri. Singhiozzi. Lunghe pause per prendere fiato. È una deposizione straziante, quella di Elena Nekifor. La prima testimonianza “d’impatto” del processo Gradoli.

Ieri mattina, è stato il suo turno, nell’aula della corte d’assise del tribunale di Viterbo. Dopo conoscenti, carabinieri, commesse dell’Unieuro e autisti del Cotral arriva lei. La madre di Tatiana e di Ala Ceoban. La prima scomparsa con la figlia Elena da più di un anno. La seconda accusata di aver ucciso la sorella e la nipote. Con la complicità del suo amante Paolo Esposito, che era anche il convivente di Tatiana.

Una storia dolorosa. Troppo per la Nekifor che, ascoltata per oltre sei ore dalla corte, non riesce a trattenere le lacrime nel raccontare la dura vita di sua figlia Tatiana.

“Tania lavorava dalla mattina alla sera – dice -. Tutti i giorni. Ma non aveva mai più di cinque euro nel portafogli, perché i soldi decideva Paolo come amministrarli. Le diceva che, visto che lei viveva a casa sua, doveva contribuire alle spese”.

Tania non si fermava mai. Non si fermò neppure quando nacque Erika. Partorì e dopo tre giorni tornò al lavoro. Mai una vacanza. Mai un po’ di tregua, relax, divertimento. Lei e Paolo non facevano mai niente insieme. Mentre con Ala, era un’altra cosa…

“Loro due uscivano, andavano al mare – racconta la Nekifor -. Cose che Tatiana, in otto anni, non aveva mai fatto. Per Paolo, Tatiana non doveva andare in vacanza, sennò avrebbe perso il lavoro. Ma tutti quelli che vanno in vacanza perdono il lavoro?”.

Elena Nekifor racconta tutto in un italiano talmente stentato che la corte fatica a capirla. Colpa anche dell’emozione, che la donna non riesce a controllare.

Il resto della deposizione viene fatta in russo, con l’aiuto di un’interprete che traduce, per conto della signora. Il giudice Maurizio Pacioni la interrompe spesso per chiederle se ce la fa, se vuole fare una pausa. Ma la Nekifor continua. E al pm Petroselli, che le chiede dei rapporti tra Paolo e Tatiana, risponde che “erano bruttissimi”.

“Tania aveva paura anche a toccare le cose, in casa - spiega -. Paolo l’aveva denunciata anni fa, perché lei gli aveva detto che, se avesse scoperto che c’era qualcosa con Ala, gli avrebbe bruciato la casa. Ma era sicura che c’era qualcosa…”. Era stata proprio Tatiana a trovare il cd con il filmato che ritraeva Paolo e Ala in atteggiamenti intimi. La donna era scoppiata in lacrime, parlandone con la madre, al telefono. Paolo, invece, in aula, se la ride. Talmente tanto che il giudice Pacioni è costretto a dirgli di smetterla, per poi far proseguire la Nekifor.

“Una volta Tania mi disse che a Paolo avrebbe potuto perdonare la storia con Ala, ma non il tentativo di togliergli Erika – spiega la donna - . Lui aveva paura che Tania sarebbe tornata in Moldavia con Erika. Per questo voleva portargliela via. Ma Tatiana non l’avrebbe mai fatto. Erika era il solo motivo per cui continuava a stare in quella casa”.

Il racconto della Nekifor è andato avanti dalle 11 alle 17,30. Una testimonianza talmente lunga da fagocitare l’intera udienza e far slittare a ottobre le deposizioni di Enrico e Maria Esposito e del capitano dei carabinieri di Viterbo Marco Ciervo.

L’unico teste ascoltato ieri mattina, oltre alla Nekifor, è stata Veronica Martino, ex fidanzata dell’autista del Cotral che, il pomeriggio del 30 maggio, guidava il pullman Viterbo-Acquapendente, sul quale potrebbe essere salita Tatiana. La ragazza è sembrata alquanto sicura nell’indicare che la donna del bus poteva essere la 36enne moldava. Ma quando l’avvocato di Esposito, Enrico Valentini, le ha chiesto di indicare com’era vestita, lei ha risposto “camicia beige, pantaloni neri e sandali”. Dai filmati dell’Unieuro, dove Tatiana si era recata quel 30 maggio, risulterebbe, invece, che la donna indossava una maglietta bordeaux, dei pantaloni scuri e delle scarpe da ginnastica.

Il giro delle testimonianze andrà avanti questa mattina, con una conoscente di Tatiana e due amichette di Elena.


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