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Gli avvocati di Esposito, Valentini e Rosati |
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Riceviamo e pubblichiamo - Oggi è esattamente un mese dall’ultima volta che Paolo Esposito ha riabbracciato Erika un carcere.
Non riusciamo a capire il perché, dopo le promesse che gli operatori avevano fatto alla bambina, davanti al padre ancora oggi non è seguito un secondo incontro.
O meglio qualche sospetto lo abbiamo sul perché ma ogni volta che si tocca questo argomento siamo tacciati di spettacolarizzazione del processo, di strumentalizzazione, di scarsa professionalità e di indelicatezza per le sorti della bambina.
Ora basta!
Ritorniamo a chiedere quello che ci sembra un giusto diritto per padre e figlia allontanati per decreto e per decreto mai riavvicinati.
Non sappiamo più cosa fare o a che santo votarci.
Il tribunale dei minori ancora deve rispondere a una nostra istanza, richiesta in procedimento di urgenza, del 15 marzo scorso.
Abbiamo chiesto l’aiuto a tutti e dopo un mese e mezzo di sciopero della fame di Esposito, dichiarazioni su tutti i giornali i servizi sociali cosa facevano? Concedevano di far incontrare padre e figlia il 17 maggio facendoci così contenti e… gabbati.
Diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Vogliamo peccare pensando che la visita concessa a 15 giorni dall’apertura del processo non sarà stato un escamotage per farci tacere nell’imminenza dell’udienza?
Riprendiamo allora la nostra battaglia per far incontrare di nuovo padre e figlia con la promessa che non ci fermeremo finché tali incontri non divengano un costante appuntamento.
Enrico Valentini
Mario Rosati
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