- Sarà il rettore dell’Università della Tuscia, Marco Mancini, venerdì (11 settembre), ad aprire il convegno all’Auditorium di Santa Maria in Gradi durante il quale sarà presentata ufficialmente la convenzione stipulata tra l’ateneo viterbese e l’ordine provinciale dei consulenti del lavoro per un nuovo corso alla facoltà di Economia.
Un progetto pilota, certamente all’avanguardia nel panorama nazionale, che è seguito con molta attenzione anche da altre università e da ordini professionali di altre province.
“Il collegamento strutturale tra il mondo delle professioni e quello dell’Università e della formazione – dice infatti Marina Calderone, presidente nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, che sarà presente al convegno - deve essere uno degli obiettivi prioritari da perseguire.
Non a caso il consiglio nazionale dell’ordine lo ha posto tra gli obiettivi da realizzare a breve termine. E quindi non si può che plaudire a collaborazioni come quella avviata tra l’Università degli Studi della Tuscia e il Consiglio Provinciale dell’Ordine di Viterbo.
Soprattutto nell’attuale periodo di crisi che il nostro Paese sta affrontando, i giovani, che escono dalle università anche con curricula altisonanti, hanno purtroppo poche prospettive di trovare un’occupazione stabile, visto che c’è un totale scollamento tra quello che è il mondo accademico e il mondo del lavoro e delle professioni: vengono identificati percorsi di studio che poi non hanno rispondenza con quelle che invece sono le richieste del mondo del lavoro”.
“Dalle ultime statistiche sulle iscrizione universitarie – continua il presidente Calderone - emerge che i giovani apprezzano la centralità del ruolo dei consulenti del lavoro nella gestione del capitale umano nelle imprese, tanto che in molti casi il numero degli iscritti ai corsi di laurea per Consulenti del Lavoro è superiore a quelli che frequentano la facoltà di Giurisprudenza.
La creazione dei corsi di laurea in Consulenza del Lavoro, con l’attiva partecipazione dei colleghi nella gestione dei corsi, permetterebbe la preparazione di professionisti pronti ad affrontare un mercato sempre più caratterizzato dalla concorrenza. E investire oggi nella formazione dei futuri consulenti del lavoro- conclude - ribadirebbe il ruolo che la nostra professione ha saputo ritagliarsi nel sistema Paese”.
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