Riceviamo e pubblichiamo - La nostra provincia è abituata al nome della Gescom S.p.A., una grande azienda grafica di Viterbo che ha più di 100 dipendenti e che attraverso impianti all’avanguardia in una fabbrica modernissima è diventata una delle aziende più grandi a livello nazionale con un modo di agire apparentemente “illuminato”.
Ma non è tutto oro quello che luccica.
All’interno di questa azienda, il sindacato non ha mai trovato ospitalità.
Nonostante questa azienda sia associata a Federlazio ed adotti il Ccnl delle aziende grafiche ed editoriali, la mancanza di rappresentanze sindacali ha di fatto impedito che si svolgessero contrattazioni aziendali sui temi propri della contrattazione di 2° livello quali i premi di produttività, gli inquadramenti, gli orari di lavoro, la salute e sicurezza e tutto ciò che comporta il naturale svolgimento di relazioni industriali, privando di fatto i lavoratori di una rappresentanza dei loro diritti.
Dal 2008 qualcosa è cambiato.
Anche sullo stimolo di alcune vertenze intraprese da alcuni dipendenti che riguardavano differenze stipendiali e provvedimenti disciplinari, con esito positivo per i lavoratori, la Cgil ha raccolto alcune adesioni tra i lavoratori.
Gli stessi dipendenti hanno espresso la volontà di designare un rappresentante sindacale aziendale, in attesa di formalizzare l’indizione delle elezioni delle R.S.U. e dei R.L.S. mai svolte in Azienda.
Alle numerose richieste presentate dalla Slc-Cgil per formalizzare la costituzione delle rappresentanze sindacali (diritto, lo ricordiamo sancito dalla L. 300/70 e dal Ccnl), l’azienda ha sempre opposto, un garbato ma sostanziale rifiuto alla loro costituzione, arrivando a negare l’accesso alla Slc-Cgil per lo svolgimento di un’assemblea tra il personale per questioni inerenti il Ccnl.
Di più, l’azienda ha risposto alle nostre richieste, anziché per voce della Federlazio (sua rappresentanza datoriale), attraverso o il suo commercialista o da ultimo attraverso il suo legale di fiducia, rifiutando di fatto il normale svolgimento di relazioni industriali che dovrebbero essere lo strumento fondamentale nei rapporti tra organizzazioni sindacali e aziende.
Purtroppo, anche nella nostra Provincia dobbiamo assistere a vicende che pensavamo essere ormai scritte solo sui libri di storia.
Noi vogliamo essere per le aziende, soprattutto in questi momenti di crisi, un interlocutore, dobbiamo invece constatare che da alcuni datori di lavoro il sindacato è considerato un nemico.
Siamo nemici sì, ma dei diritti negati.
Questa vicenda può essere uno spunto di riflessione per quanti hanno salutato la riforma della contrattazione come la panacea di tutti i lavoratori dipendenti.
Lo strumento ideale per recuperare potere di acquisto attraverso la contrattazione di 2° livello.
Ma nelle aziende dove non si fa contrattazione, perché il sindacato non c’è o viene tenuto fuori, chi è che contratta sui premi di produttività? Chi rappresenta i lavoratori.
Nessuno, proprio come si vorrebbe alla Gescom S.p.A. di Viterbo
Così i padroni (chiamiamo così i datori di lavoro che rifiutano i rapporti con il sindacato) avranno mano libera per imperare senza ostacoli.
Invitiamo il proprietario della Gescom S.p.a. a desistere da questi atteggiamenti se veramente vuole ambire ad essere indicato come un imprenditore illuminato.
Carlo D’Ubaldo
Segretario Provinciale Slc-Cgil Viterbo
|