Riceviamo e pubblichiamo
- Morire a 31 anni, lascia dolore e sgomento. Morire così giovani, avendo una vita davanti da vivere. Una giovane vita è stata stroncata con un incidente stradale sulla Falerina.
Questo è successo la fine di agosto u.s. a Simone Gianfelici, operaio ceramista, ragazzo solare che amava la vita e la sua squadra del cuore, la Lazio.
Simone era un ragazzo cresciuto a Parco Falisco che tutti conoscevamo come conosciamo la sua famiglia, il dolore dell’intera comunità per la sua scomparsa è stato ed è forte e intenso.
Non voglio entrare nel merito di questioni che riguardano tecnici specializzati e il concorso di diversi enti, ma alcune riflessioni vanno rigorosamente fatte.
Innanzitutto la strada Falerina è una strada di collegamento ad alta intensità di traffico, e nel tratto stradale in cui l’autovettura ha sbandato ed è uscita dalla carreggiata stradale vi è uno strapiombo alto circa cinque metri che termina sulla ferrovia Civita Castellana – Viterbo.
Il tratto in questione è completamente incustodito e sguarnito da barriere protettive e dispositivi luminosi, la strada è completamente buia anche se nelle vicinanze vi sono abitazioni private e fabbriche.
Credo che la vita di Simone si poteva salvare se a fermare la corsa dell’autovettura vi fosse stato una barriera, un guard rail; sono fermamente convinta che gli enti preposti si debbano porre il problema affinchè non succedano più drammi luttuosi simili.
Voglio lanciare un appello all’assessore provinciale Antonio Rizzello, persona attenta e sensibile, per mettere, al più presto, in sicurezza quel tratto stradale.
Maria D’Alessandro
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