Riceviamo e pubblichiamo - “Un partito nazionale e popolare, in grado di risvegliare le coscienze e gli ideali, che guardi all’Europa e al mondo”. E’questo il Pd che Roberto Morassut, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico, ha illustrato lo scorso sabato a Civita Castellana, durante la “Festa de l’Unità” dei democratici, nel presentare il suo programma a sostegno della mozione di Dario Franceschini, candidato alla segreteria nazionale.
Crisi economica e lavoro, infrastrutture e sanità, tra gli altri, i punti principali toccati da Morassut riferendosi a Civita Castellana. “Un territorio -ha sottolineato il candidato alla segreteria del Lazio- dove la crisi economica ha fortemente compromesso il futuro del comparto ceramico, che si vede coinvolto nel piano di ristrutturazione della sanità pubblica e che manifesta l’esigenza di rafforzamento della rete delle infrastrutture”. Problemi, questi, che la Regione Lazio sta già affrontando: con lo stanziamento di 17 milioni di euro per l’innovazione del polo ceramico; con la battaglia che sta conducendo per bloccare il piano di ristrutturazione della sanità; con l’intervento sulla tratta ferroviaria Roma - Civita Castellana - Viterbo.
Interventi, quelli citati, ai quali Roberto Morassut vuole dare un seguito concreto, “a partire dal rilancio del polo ceramico -ha detto il candidato alla segreteria regionale del Pd-. Proporrò che i parlamentari del Lazio del Pd, tutti insieme, presentino subito in Parlamento una mozione, e su questa chiedano un dibattito in aula, affinché il tavolo sulla ceramica funzioni e dia risposte concrete. Sono irragionevoli e intollerabili i silenzi, da parte del ministro, su questo punto. Il distretto ceramico di Civita Castellana è un patrimonio di tutto il Paese, non solo del territorio regionale.
E’ un’eccellenza alla quale l’Italia non può rinunciare”.
Queste tra le questioni al centro dell’agenda politica di Morassut per il Lazio. “Sono -ha spiegato- i temi pregnanti della politica del riformismo del partito democratico, centrali nel dibattito congressuale. Dobbiamo risolvere il problema identitario del Lazio: non siamo la terra di mezzo, quella di passaggio.
Dobbiamo essere il collante, la cerniera, una leva tra il nord e il sud del Paese: un obiettivo – ha spiegato il candidato alla segreteria regionale che si è poi trattenuto negli stand anche a conclusione del dibattito - che possiamo raggiungere solo attraverso una politica che riscopra e valorizzi l’identità culturale e produttiva di tutte le province della nostra regione”.
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