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Visita del Papa - Il sindaco di Bagnoregio soddisfatto della giornata di ieri, 6 settembre
Bigiotti: "Grazie a tutti per la collaborazione"
Viterbo - 7 settembre 2009 - ore 14,00

Il sindaco Francesco Bigiotti con il Papa
Riceviamo e pubblichiamo il ringraziamento del sindaco Bigiotti per la visita del papa - Grazie per la collaborazione offerta in occasione della visita del Santo Padre a tutti coloro che, direttamente e indirettamente, hanno collaborato alla buona riuscita di questa storica giornata del 6 settembre.

Grazie a tutti i dipendenti comunali, ai consiglieri e agli assessori.
Grazie a tutte le associazioni di volontariato che hanno collaborato senza risparmiarsi.

Grazie alla protezione civile.

Grazie alla banda musicale.

Grazie alle parrocchie del paese.

Grazie alle religiose e ai religiosi.

Grazie al vescovo Chiarinelli e all’efficacissimo pool della curia.

Grazie ai signori comandanti e corpo dei carabinieri, guardia di finanza, forestale, polizia municipale e forze armate.

Grazie al signor prefetto e a tutto lo staff della Prefettura.

Grazie al signor questore e a tutto lo staff della Questura.

Grazie all’Ares 118 e Croce Rossa.

Grazie alla Regione Lazio e alla Provincia di Viterbo.

Grazie ai giovani che si sono messi a disposizione, come volontari, alla Curia.

Grazie, soprattutto, a tutti i cittadini di Bagnoregio che a vario titolo hanno collaborato e partecipato in maniera commovente ad un così importante evento, dando prova evidente di maturità e di grande civiltà.

Francesco Bigiotti
Sindaco di Bagnoregio


Il discorso del sindaco Bigiotti in occasione della visita del Papa a Bagnoregio

Beatissimo Padre,
oggi qui accanto alla casa municipale, ai piedi del monumento di San Bonaventura, la “civitas” di Bagnoregio, comunità civile e religiosa di questa terra antica, segnata in profondità dal tempo come dai suoi uomini illustri e dai comuni protagonisti della sua storia quotidiana, saluta Lei, Successore di Pietro, pastore universale della Chiesa, conoscitore raffinato di Bonaventura, il Santo che continua a rappresentare nella cultura il nome e il genio di questo suo luogo di origine.

Sono trascorsi centoquaranta anni da quando un Suo Predecessore, il Beato Pio IX sfiorò i confini di quella che era l’antica diocesi di Bagnoregio. Santità, Bagnoregio La saluta, con tanto maggiore entusiasmo quanto lungo è stato l’intervallo di tempo che ci separa dall’ultimo passaggio di un Papa in questo lembo dell’alto Lazio, dalle radici etrusche e romane, affacciato sull’Umbria mistica di Francesco e di Chiara.

Bagnoregio La saluta, Santità, e la accoglie come Papa Benedetto, che porta nel nome stesso un invito al rispetto e all’onore che i cittadini del mondo Le riconoscono e tra essi, oggi, i cittadini di Bagnoregio, che ho l’alto onore ed il graditissimo compito di rappresentare.

Bagnoregio è città viva che sa di esser immersa in una corrente di vita che viene da tempi remoti, portando con sé caratteri propri di storia, di cultura, di operosità, di qualità spirituali, morali e civili che la distinguono e ne disegnano l’identità mite e tenace.

Mite come i calanchi che la stringono ad oriente e cedono ampie porzioni al tempo che scorre, mostrando tutto intero il loro arrendevole lacerato chiarore; tenace come il basalto che porta in sé la durezza persistente nel tempo e sembra ancora oggi narrare la tempra di noi che ne sentiamo da secoli la durevole, rassicurante solidità.

Oggi anche la nostra economia è come disegnata da questa linea che sale dalla valle dei calanchi, un tempo ricca di agricoltura e artigianato, alla collina del basalto tuttora luogo rinomato nel mondo di attività artigianale e industriale e fonte di lavoro e benessere.

Nel campo della cultura è Bonaventura il nome eccellente di Bagnoregio. Grazie alla sua vasta opera scritta non è venuto meno, da sette secoli, l’influsso del Suo insegnamento nella riflessione filosofica, teologica, spirituale, come testimoniano lo studio e l’intero movimento di pensiero suscitati nel mondo fino ai nostri giorni. Vostra Santità ben conosce questa realtà culturale e ciò ci rende ancora più fieri e orgogliosi del nostro “Serafico Dottore” della Chiesa.

A lui il nostro “Centro di Studi Bonaventuriani” dedica annualmente, da cinquantasette anni, lavori di alta qualità scientifica e culturale, filosofica e teologica. Il “Centro” fu fondato nel 1952 da un altro celebre nostro concittadino, che del Serafico Dottore ripete il nome, Bonaventura Tecchi, scrittore di fama e insigne germanista, la cui abitazione sta proprio qui dietro di noi.

La sua vicenda umana e letteraria ancora oggi detta efficaci lezioni non solo di alto impegno culturale ma anche di educazione europeista, se è vero che come prigioniero di guerra nel primo conflitto mondiale, inviato a Celle nella Germania settentrionale, non imparò l’odio, ma la lingua tedesca, divenendo un profondo conoscitore della cultura e del genio germanico.

Santità, oggi qui, di fronte a Lei, accanto ai monumenti della nostra identità cittadina, chiedo a me stesso e ad ogni bagnorese: “Che cosa sarà Bagnoregio domani?”.

Senza cancellare nemmeno un segno della nostra storia e del nostro carattere, ci sembra di sentire l’ammonimento e l’insegnamento di Bonaventura, Patrono della nostra città. Se la vita è un itinerario, vuol dire che è necessario sollecitare i nostri passi verso un domani da costruire nell’oggi. La nostra storia e il nostro presente ci stimolano a cercare il nostro domani in un “dinamismo d’itinerario”, che ci fa crescere come uomini, come famiglie, come comunità.

Santità, la sua recente enciclica “Caritas in veritate”, traccia un chiaro e inequivocabile cammino di ricerca dei migliori traguardi anche per la nostra civile convivenza.

Come al piccolo Giovanni Fidanza San Francesco predisse una “Buona ventura” anche noi, sebbene con tutt’altra autorità, a Lei, Benedetto che è venuto tra noi, auguriamo che il suo nome Le sia portatore di ogni bene.

AssicurandoLe le nostre preghiere, noi bagnoresi le porgiamo il nostro più affettuoso saluto e consegnandole come dono “l’icona” scultorea del nostro San Bonaventura, tutti insieme, dal profondo dei nostri cuori le diciamo.

Grazie, grazie Santità.

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