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Fiore del Cielo |
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Riceviamo e pubblichiamo - Cara Alessandra,
ho letto le tue parole, il tuo accorato appello.
Comprendo e condivido la tua rabbia e la tua delusione per l’episodio che ha visto coinvolto Francesco lo scorso 3 settembre.
Un giorno particolare, che dovrebbe essere speciale, soprattutto per tutti noi viterbesi. Mi dispiace che per voi non sia stato così.
La situazione che si è verificata in piazza del Comune è stata la stessa che ho trovato a piazza del Teatro. Purtroppo.
Quando alcuni anni fa decisi di iniziare la mia esperienza nel mondo politico, l’ho fatto con il preciso intento di voler contribuire a offrire ai miei figli una città ideale, il più possibile sana nei principi e nei valori.
Giorno dopo giorno, confrontandomi quotidianamente con i problemi amministrativi, tecnici e burocratici, ho capito che questa mia speranza era forse troppo utopistica. Che tutto era molto più difficile e complesso. Che tutto era più complicato di come realmente sembrava dal di fuori.
La tua amarezza la capisco. Perfettamente. La tua voce, e quella silenziosa di Francesco, hanno dato la voce a chi, come voi, si è trovato nella stessa situazione.
Raccolgo personalmente la tua sfida, così come la chiami nella tua lettera. Ma vorrei farlo come uomo, non come politico.
Il prossimo anno ci sarà una pedana, alta un metro, transennata e con il bagno a pochi passi.
Sarà la mia risposta al vostro grido lanciato lo scorso 3 settembre, ma sarà anche la risposta che voglio dare alla città, affinché sia semplicemente migliore agli occhi dei suoi cittadini, ma anche dei miei figli.
Fabrizio Purchiaroni
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