- Il trasporto della gente. Che grida, canta e si accalca ovunque. Ce n'è di più degli anni precedenti. Ce n'è di più ovunque.
“Un problema tutta 'sta gente – dice il sindaco Marini a piazza San Sisto – ma un problema bello. Anzi bellissimo. Io così tanta non ricordo di averla mai vista”.
E' il primo Trasporto della Macchina di Santa Rosa ideata da Arturo Vittori e costruita da Loris Granziera.
Forse, di gente ammassata in ogni punto della città, ce n'è così tanta perché per la creatura di Vittori, Fiore del cielo, c'è tanta attesa. Mista a curiosità per una macchina così nuova e moderna che rompe decisamente con il passato.
I viterbesi a guardarla così illuminata in un primo momento rimangono interdetti. A qualcuno piace, ad altri meno. La realtà è che aspettano la magia. Quando si fa buio e quel campanile che cammina compie il miracolo. Quando Santa Rosa da lassù illumina pian piano la strada dei Facchini che la trasportano sulle spalle.
Cantano le persone sedute sulle fontane. Cantano quelli in piedi nei vicoli. Canta pure la bambina in punta di piedi. Ma è ancora presto.
I Facchini sono ancora in chiesa a prendere la benedizione di Chiarinelli.
Poi il silenzio. La gente, quella che fino a un secondo prima urlava, tace. Ascolta le parole di Sandro Rossi. E' la mossa, si parte.
E' l'esplosione di mille e più voci che danno forza a Fiore del cielo che scende da Porta Romana. Sono le urla di gioia dei viterbesi che dall'alba aspettano questo momento a illuminare la Macchina ancor di più.
A dare forza agli uomini che con fatica e volontà di ferro vanno giù dritti e a testa china verso quella piazza che sembra infinita.
A ogni sosta un sospiro. Il primo più lungo di tutti gli altri. La Macchina a piazza Fontana Grande ondeggia più del previsto. La folla trattiene il fiato. I cavalletti si sono infilati male. Poi si riprendere. I facchini la sollevano ancora e la riposizionano. Quel sospiro diventa un boato ma di gioia.
Le emozioni del Trasporto 2009 passano per la voce della folla. Come fosse una. Davvero stasera son tutti d'un sentimento.
Al Comune una sorpresa. Fiore del cielo lancia i suoi petali. Tutti si muovono per averli. Tutti col naso all'insù a guardare quella meraviglia che gira nella piazza.
Poi tutto liscio. Alla sosta di piazza del teatro però la stanchezza inizia a sentirsi.
Puntuali però arrivano gli aiutanti: i viterbesi. Quell'amore per la Santa, per la Macchina, per i Facchini li muove come fossero sotto i pali di Fiore del cielo. Gridano forza ai loro ragazzi. Loro li guardano affascinati. E allora vanno. Si riaggiustano la divisa, qualcuno la spalletta. I ragazzi delle corde si sfregano le mani. Tocca a loro.
Poi è un attimo Fiore del cielo corre per la salita di Santa Rosa e arriva a destinazione.
“Un trionfo – dice il capofacchini Rossi – e i ragazzi sono stati eccezionali. L'hanno portata su davvero col cuore e tanta forza di volontà. Sono davvero senza parole”.
Emozionato e completamente bagnato da una doccia di spumente anche Massimo Mecarini, presidente del Sodalizio. “Quest'anno dopo trent'anni sono stato fuori dalla Macchina. E' stato bello, li ho aiutati. Un'emozione diversa ma molto intensa. Come sempre il momento più difficile è stato corso Italia, ma poi una volta arrivata si dimentica tutto. E' andato a meraviglia”.
Poi i cori, gli abbracci e Loris Granziera portato in trionfo dai Facchini.
“Sono stanco morto – dice il costruttore – ma felice come non mai. E' stato davvero uno spettacolo unico. Grazie”.
Sulle scale della basilica i facchini abbracciano i genitori. Mandano baci. Sono stremati come non mai. Ma con gli occhi illuminati e felici di chi sa cosa significa far sognare migliaia di persone.
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