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Appello di Codici in favore della famiglia vetrallese in attesa, da mesi, di vedere riattivata la propria linea telefonica
"Quanto devono ancora aspettare per riavere il telefono?"
Viterbo - 3 settembre 2009 - ore 17,40

Riceviamo e pubblichiamo - Egregio Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, Egregio Presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli, Egregio Sindaco di Vetralla, Massimo Marconi, prima ancora di esporvi la situazione che di seguito vi descriveremo, vogliamo porvi alcuni quesiti che riteniamo fondamentali e che, a nostro avviso, caratterizzano l’intera questione che stiamo per raccontarvi.

Un diritto che spetta a tutti, è da considerarsi anche un diritto che appartiene ad ogni singola persona?

Un servizio di prima necessità che non viene assicurato a un singolo cittadino potrebbe rappresentare una violazione dei diritti per tutta una comunità?

Detto ciò, la situazione di cui vogliamo informarvi, chiedendo anche un vostro intervento, è la seguente.

Qualche tempo si è rivolta a Codici (Centro per i Diritti del Cittadino) una famiglia di Vetralla che da mesi non riesce più ad usufruire della linea telefonica istallata all’interno della propria abitazione. Il titolare della linea in questione, tra la fine di dicembre 2008 e gli inizi di gennaio 2009 ha ricevuto sul proprio cellulare, una telefonata da parte della Vodafone nel corso della quale è stato messo al corrente di alcuni servizi offerti dalla compagnia telefonica senza dare alcun assenso all’acquisto degli stessi.

Successivamente, sempre durante il mese di gennaio 2009, lo stesso si è visto recapitare presso la propria abitazione un pacco contenente alcuni moduli da sottoscrivere e rispedire al mittente per attivare dei servizi non richiesti; pacco che è stato prontamente rispedito, tramite posta ordinaria, senza firmare alcun contratto.

Tuttavia, da quel momento, la famiglia è stata impossibilitata ad utilizzare la propria linea telefonica fino ad allora gestita da Telecom Italia. Infatti, non solo la linea non ha fatto più capo alla precedente compagnia telefonica (Telecom Italia, per l’appunto) che ha disattivato il servizio – tant’è vero che, chiamando il 187, il numero telefonico non veniva “riconosciuto” – ma digitando lo stesso, dopo il primo squillo, si attivava subito (cosa che accade tuttora) la segreteria telefonica Vodafone.

La famiglia in oggetto, oltre a dover utilizzare i cellulari per tutte le operazioni telefoniche e a vedere i propri figli abbonarsi alla stessa telefonia mobile dei genitori per fare in modo che quest’ultimi, in caso di emergenza e in assenza di credito sulla scheda, potessero avvalersi delle chiamate a carico del ricevente, ha inoltre inviato alla Vodafone (17 gennaio 2009) la richiesta di “immediata recessione dal contratto” con la suddetta compagnia telefonica, “dal momento che non” aveva “mai firmato alcun tipo di contratto”, e il ritorno in Telecom.

Dopo un primo reclamo, da parte nostra, alla Vodafone, all’inizio di giugno quest’ultima ci contattava assicurandoci la risoluzione del problema entro il 19 giugno, segnalandoci il relativo numero di pratica. Risoluzione che purtroppo non avveniva, tanto da dover far seguito ad altri reclami inoltrati anche all'Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni e al Comitato regionale degli utenti e dei consumatori della Regione Lazio.

Una prima risposta l’abbiamo invece avuta soltanto dopo che abbiamo reso noto il caso alla stampa. Tant’è vero che dopo gli articoli apparsi sugli organi di informazione, la Vodafone comunicava alla famiglia vetrallese (21 luglio 2009) “di aver provveduto alla richiesta di rientro in Telecom dell’utenza fissa”, aggiungendo che “per le tempistiche e le modalità di rientro del numero” si doveva far riferimento “al Servizio Clienti del gestore di provenienza”, cioè alla Telecom.

Ed è quanto è stato fatto, segnalando subito alla Telecom la comunicazione Vodafone e invitandola a provvedere quanto prima al riallaccio della linea telefonica dato che la famiglia vetrallese da mesi non riusciva ad usufruire di questo servizio di primaria importanza.

Nonostante ciò e visto che la situazione non subiva alcuna variazione, abbiamo contattato la Telecom due volte per sollecitare la riattivazione del servizio. La prima volta ci siamo sentiti rispondere che questo sarebbe avvenuto tra il 17 e il 24 agosto c.a., la seconda – segnalazione fatta perché la linea, scaduto il periodo previsto, risultava ancora inattiva – che era necessario attendere ancora altro tempo.

Dall'ultima telefonata è trascorsa ormai l’ennesima settimana.
Quanto altro tempo ancora? Quanto ancora deve aspettare questa famiglia vetrallese per vedersi assicurata la possibilità di beneficiare della propria linea telefonica? Non bastano otto mesi? Vogliamo infine aggiungere che uno dei membri della famiglia in questione è stato vittima di piccoli incidenti domestici e il fatto di non avere a disposizione la linea telefonica gli ha causato dei disagi.

Facciamo pertanto appello anche a voi, egregi Presidente Mazzoli, Sindaco Marconi e Autorità Garante, affinché sosteniate la causa della famiglia vetrallese che vi abbiamo appena descritto, perché siamo fermamente convinti che un diritto che spetta a tutti è da considerarsi anche un diritto che appartiene ad ogni singola persona e che un servizio di prima necessità che non viene assicurato ad un singolo cittadino potrebbe rappresentare una violazione dei diritti per tutta una comunità.

In attesa di un vostro gentile riscontro, vi inviamo i nostri più distinti saluti.

Daniele Camilli
CODICI Vetralla

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