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Il dibattito politico - Lo sconfitto Sposetti accusa
Il ministro e il capogruppo non si fecero vedere...
di Ugo Sposetti
Viterbo - 30 settembre 2009 - ore 4,10

Sposetti
- Caro Galeotti,
ti ringrazio molto per l’attenzione che hai voluto dedicarmi nella nota di commento da te pubblicata su Tusciaweb lunedì 28 settembre (alle 2.55!) sull’andamento dei congressi di circolo del Partito Democratico.

E grazie veramente per le stimolanti considerazioni politiche su come un dirigente di partito deve operare sul territorio e sugli errori da me commessi anche durante la campagna elettorale per le elezioni comunali del 2008.

Bene. E’ giusto riflettere sulle critiche. Sono disponibile a “caricare” su di me errori e mancati successi.

Chiedo però che mi sia concessa l’opportunità di ragionare insieme a te, e naturalmente a quanti lo vorranno, sulle recenti vicende.

Lo faccio partendo dal luglio del 2007.
In quel periodo infatti, in seguito alle decisioni assunte dal Comitato nazionale promotore del Pd, la direzione provinciale dei Ds decise all’unanimità (ripeto unanimità) di costituire liste unitarie nei collegi di Viterbo e Tarquinia per indicare i delegati all’assemblea nazionale e regionale del nascente Pd.

Ds e Margherita onvenirono giustamente sulla necessità di arrivare alle scadenze elettorali del Comune di Viterbo, della Provincia e della Regione “forti e uniti“.

E’ in quelle settimane di luglio che io manifestai ad Andrea Egidi, allora segretario provinciale dei Ds, e Alessandro Mazzoli, presidente della Provincia di Viterbo, la mia intenzione di non partecipare alle primarie.

Questo perché non avevo condiviso l’accelerazione del processo e, soprattutto, avevo espresso forti critiche alla decisione di affidare la guida del partito attraverso un plebiscito.

Non avevo capito, né apprezzato, l’impedimento imposto da parte dei dirigenti dei Democratici di sinistra alla candidatura di Pierluigi Bersani.

(Caro Carlo, le primarie sono primarie! Il cittadino deve potersi esprimere su almeno due proposte forti!). E su questo punto non aggiungo altro: tutti sappiamo com’è andata a finire! Sono noti i risultati delle consultazioni elettorali del 2008, della regione Sardegna, della regione Abruzzo, della regione Friuli Venezia Giulia, delle Europee del 2009 e la consegna alla destra (e che destra!) della città di Roma.

Consideravo, inoltre, conclusa la mia esperienza nazionale: da sei anni svolgevo il “duro e improbo” lavoro di tesoriere. Avevo ancora da affrontare duri ostacoli: il personale da ricollocare, i debiti da pagare, le federazioni da sostenere.

In fondo il partito era stato con me ancora una volta molto generoso: mi aveva consentito di tornare in Parlamento (penso per il lavoro svolto da me a partire dal dicembre del 2001).

Avevo detto: “si volta pagina”.
Ma non fu così.

Ricevetti forti sollecitazioni dai colleghi, da dirigenti dei Ds e da quelli della Margherita. L’allora ministro della Pubblica Istruzione fu pressante e mi sollecitò ad impegnarmi per rispondere adeguatamente alla “novità“ che era stata avanzata dall’allora capogruppo del Pd alla Regione Lazio.

Senza alcuna comunicazione venimmo a sapere che il capogruppo alla Regione aveva deciso di aderire alla costituita associazione “Lazio Democratica”, e pertanto si accingeva a presentarsi alle primarie con una lista autonoma.

Accettai quindi la candidatura nel collegio di Tarquinia, al secondo posto dietro ad una giovane e brava ragazza.

Ti prego, Carlo, di registrare che la nostra lista (Democratici per Veltroni) ottenne in tutta la Provincia 16648 voti, pari al 63,8%.

La lista “Con Veltroni. Sinistra Riformista” ottenne 7331 voti, pari al 28,1 %.
Non per essere pedante, ma questi numeri ci serviranno in seguito, dopo il 26 ottobre, per svolgere qualche considerazione sul tuo titolo: “La sconfitta di Sposetti”.

Girai, come del resto avevo fatto per anni, fino alla metà degli anni ’90, per sezioni, assemblee, iniziative, cene (già, anche allora si organizzavano le cene!)

Come sai, ero stato lontano da Viterbo: prima al ministero delle Finanze, poi a via Nazionale come tesoriere in giro per l’Italia, a sudare per ridurre il debito e a organizzare Feste de l’Unità. Però gran bella esperienza!

Ero stato sindaco di Bassano in Teverina… ma solo di sabato. Gli impegni sopra richiamati mi tenevano lontano dal dibattito delle sezioni del viterbese. Mi mancava l’ascolto delle riflessioni di donne e uomini che mi hanno fatto crescere. Quanta umanità, passione, intelligenza di braccianti, operai, mezzadri, ragazze, giovani, artigiani!

La campagna per le primarie mi fece capire molte cose. Trovai una Provincia molto cambiata. I partiti avevano un ruolo molto ridotto nell’organizzare il consenso.

Le nostre sezioni (Ds e Margherita) erano prive di forza e, con dolore, dovetti registrare che non avevano più alcun peso nelle decisioni politiche.

I sindaci avevano acquisito un potere forte.
Il rapporto tra i sindaci e il governo regionale mi lasciò sconvolto. Letteralmente sconvolto.

Qualcuno dei nostri aveva avuto una “mutazione genetica”. Non mi piacque quello che avevo visto, osservato e sentito. Avevo conosciuto e lavorato con quei ragazzi, e ora cosa mi capitava di vedere!

Continuai il mio lavoro. Ne parlai con il ministro. Ne parlai con il capogruppo. Ebbi un lungo colloquio con il vice presidente della Giunta regionale. Questi incontri mi permisero di esprimere le mie forti preoccupazioni e qualche suggerimento.

Così mi era stato insegnato dal mio partito: trasferire ad altri dirigenti le proprie sensazioni, le proprie valutazioni e, come in questo caso, le forti e documentate preoccupazioni.

Durante un incontro coi tuoi colleghi giornalisti affermai: “Mi vedrete più spesso” .

Mi convinsi che fosse giusto dedicare tempo e energie a Viterbo.

Nacque da queste considerazioni la disponibilità, dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale, di candidarmi a sindaco di Viterbo. Mi candidai per spirito di servizio. Volevo dare un contributo.
E’ stata una bella campagna elettorale, piena di entusiasmo, un’esperienza notevole.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Tu esprimi critiche sulla condotta della campagna elettorale. Può darsi che tu abbia ragione. Però cerca di ascoltare anche la mia versione dei fatti. La partenza era stata tragica, il partito appena nato fu colto di sorpresa, impreparato. Il ministro e il capogruppo non si fecero vedere, mai. Eppure avevano un prestigio, una forte influenza, ottimi collegamenti con la società viterbese.

Pensai allora che i colloqui avuti con loro nel novembre del 2007 avevano prodotto “ottimi risultati”!

Prova a pensare, caro Carlo, se l’impegno e le risorse profusi in questi giorni per i congressi di circolo nel viterbese, fossero stati manifestati 15 mesi fa. Forse qualcosa in più si sarebbe ottenuto.

Anche in quelle settimane si tennero incontri, aperitivi, cene, molte porchette furono servite.
Ma nessuno si pose il problema di chi fosse a pagare la campagna elettorale.
Come nessuno si avvicinò per dare il proprio contributo e sostenere quella difficile sfida.

Pazienza: la vita mi ha fatto conoscere anche questo!

In campagna elettorale capii che le alleanze costruite in occasione delle primarie cominciavano a scricchiolare. Perché? In politica non esistono i tradimenti. In politica si manifestano scelte politiche di segno diverso. E io ne presi atto per un motivo anche semplice.

Il presidente della Repubblica Napolitano nei giorni scorsi rivolgendosi a dei giovani studenti ha detto “...capisco, questo richiamo all'impegno, al dovere, ai valori ideali e morali, può suonare fastidioso, predicatorio. Ma è un richiamo - ve lo posso assicurare - che vale non solo per voi, ma per tutti, che rivolgo a tutti, e in particolare a ciascuno di noi che rappresenta le istituzioni della Repubblica. E' da noi che deve venire il buon esempio: avete il diritto di aspettarvi che l'esempio venga da noi, avete il diritto di chiedercelo”

E qui, caro Carlo, porgo a te, al mio partito, alle forze politiche viterbesi, ai tuoi colleghi una domanda molto semplice: perché dopo le dimissioni del direttore generale della Asl di Viterbo nessuno ha parlato? Eppure siamo di fronte alla prima azienda viterbese per fatturato e numero di dipendenti.

Prova a verificare chi in queste settimane ha pronunciato frasi tipo: “Va rotto il legame politica-sanità”, “Il Pd scardini il patto bipartisan per gestire gli affari nella Sanità”.

Sono parole forti e impegnative che io, detto per inciso, non essendo un giustizialista, non condivido.

Ma mi deve essere consentito di fare battaglia politica. Se necessario uno scontro duro e aspro nel caso in cui ritenessi faccia bene alla politica e scuota il mio partito.

Io non credo sia un errore cogliere le occasioni di confronto, perché ritengo che nel confronto, quando è leale e franco, tutti abbiamo qualcosa da guadagnare.

In queste settimane sono stato oggetto di campagne molto aspre al limite della cattiveria. Non ho pronunciato una parola.

Ho continuato a lavorare per il bene e il successo di questo partito.
Anche ora, mentre mi rivolgo a te, penso di svolgere considerazioni pacate e utili al confronto.

La rinascita del Partito Democratico è affidata agli iscritti, alle donne, agli uomini di buona volontà, agli elettori.

A chi non teme di impegnarsi in battaglie civili che ci riscattino.

A chi vuole impegnarsi per mettere in campo una forte e credibile politica alternativa. A Viterbo, anche a Viterbo, c’è bisogno di questo.
Il 26 ottobre dovremo stare tutti insieme. Nella stessa casa. Noi del centrosinistra dobbiamo cambiare questo “insano gusto di farci male da soli”.

E poi, sai cosa ti dico, caro Carlo? Se la “sconfitta di Sposetti” servisse a battere il centrodestra che sia benvenuta questa sconfitta! Ma veramente pensi che continuando così batteremo la destra a Viterbo e in Italia?
Ho abusato della tua cortesia, del tuo tempo e del tuo spazio. Ti chiedo venia e ti ringrazio ancora per le tue stimolanti riflessioni.
Buon lavoro

Ugo Sposetti

Ps. Mi piacerebbe continuare il colloquio anche su altri argomenti: sulla Provincia di Viterbo, sull’aeroporto, sulla candidatura di Alessandro Mazzoli alla segreteria regionale del Pd del Lazio, sul completamento della superstrada, sulla gara per il completamento di Belcolle, sulle Terme Inps, sull’ex ospedale Grande degli infermi, sull’ex Tribunale e su altro ancora.
Se tu lo vorrai, naturalmente!
Ciao


Caro tesoriere,

solo una spontanea e immediata reazione: E allora? Insomma, lo ammetto, la mia scarsa preparazione politica non mi permette di capire che cosa tutto ciò significhi rispetto alla questione posta: Come si conquista il consenso in questa città?

Come dire: che ci azzecca?

Se tu sei rimasto solo durante la campagna elettorale, va ricordato che la stessa cosa accadde nella tornata precedente a Severo Bruno. Non ricordo un tuo grande impegno. E neppure del ministro, per dirla tutta.

Un esponente del centrodestra di primo livello durante la campagna elettorale mi telefonò e mi disse: "Ma i partiti vi hanno lasciati soli!?". Era vero. O forse era vero che erano già scatole vuote.

Carlo Galeotti

Ps. Tusciaweb è uno spazio giornalistico aperto. Ed è quindi anche aperto a te, ovviamente. Ci mancherebbe. Anche se - a proposito di Asl - non daremo nessuno spazio a chi ama lo squadrismo giornalistico. E usa i giornali come un manganello. Insomma a me Feltri & c. non piacciono. Non so a te.

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