L’assessore rinvia al mittente una responsabilità che è invece imputabile ad una arretratezza culturale e ad un contesto politico inadeguato ad affrontare le sfide democratiche. Si corregge la falla con una toppa peggiore!

Le donne sono le migliori negli studi, salvo poi non avere il giusto riconoscimento nell’accesso alle carriere. Sono impegnate fortemente nel sociale, stringono legami solidi nelle comunità in cui vivono, ma non sono presenti nelle sede decisionali.

C’è un gap di rappresentanza che non può essere colmato dalle aule dei Tribunali Amministrativi, ma deve essere affrontato dalla politica per rispondere ad un bisogno di democrazia e, ancor prima, perché c’è bisogno delle competenze, dei talenti, delle capacità e del punto di vista delle donne.

E’ una risorsa che non può essere sprecata, a partire dai saperi e dalle intelligenze femminili dei quali sono ricchi i nostri territori e che, se valorizzati, rappresenterebbero una grande opportunità per il viterbese.

La sentenza del Tar di Lecce ci porta ad una riflessione tardiva, ad interrogarci se tutti abbiamo fatto il possibile perché fosse ridotto il divario tra la politica declamata e la politica declinata, anche nel centro sinistra, partendo dalla mancata nomina di un assessore donna all’interno dell’Amministrazione Provinciale, sebbene, detto tra noi, di donne capaci ce ne siano molte.

E facciamola questa riflessione, noi del Pd per primi, nessuno escluso, perché questa responsabilità ce la sentiamo in tante e in tanti.

Non siamo in ritardo, tuttavia, per assumerci oggi impegni chiari e sanare una frattura che pesa come un macigno sulle nostre spalle.

Anna Guadagnini
Responsabile Pari Opportunità
Partito democratico Viterbo