- Gli amministratori dell’Università Agraria di Tarquinia hanno incontrato i rappresentanti di Cia, Coldiretti e ConfAgricoltori per la divisione e l’aggiudicazione dei terreni del Nasso e dell’Ancarano dopo la vittoria contro l’ente di Monte Romano.
È toccato al presidente Alessandro Antonelli individuare le linee guida scelte dall’Università Agraria di Tarquinia, una proposta articolata che tenendo presente la configurazione morfologica dei terreni vede una divisione in lotti di circa 50 ettari in località Ancarano e intorno ai 20 in località Nasso, nonché riserve per determinate categorie quali donne e giovani imprenditori agricoli e contratti di lungo periodo.
Una proposta aperta al confronto con le organizzazioni di categoria, giudizio positivo con sfumature e preoccupazione.
Per ConfAgricoltura c'è il rischio che i privati lavorino i terreni nel periodo di passaggio tra i due Enti ed ha riflettuto sulla perdita dei diritti Pac da parte della collettività dei cittadini di Tarquinia e la contestuale perdita di valore di quelli detenuti dagli utenti di Monte Romano.
Per la Coldiretti Ermanno Mezzetti ha sottolineato l’importanza di riservare a categorie precise lotti di terreno per favorire soggetti più deboli in un processo di assegnazione che arriva in un momento congiunturale difficile.
Per la Cia, il presidente provinciale Petronio Coretti ha sottolineato come i tempi ristretti destano preoccupazione per la reale lavorazione dei terreni, e comunque appare utile che gli appezzamenti vengano distribuiti in maniera da evitare posizioni dominanti.
La quota di riserva per giovani imprenditori agricoli e imprenditoria femminile è stata individuata nel 40% dei 20 lotti totali. Nel frattempo all’ordine del giorno del consiglio dell’Università Agraria di Monte Romano del 2 ottobre è stata iscritta la riconsegna dei terreni all’Università Agraria di Tarquinia.
"Il passaggio con le organizzazioni di categoria era indispensabile - spiega il vicepresidente dell’Università Agraria Renzo Bonelli -. Le indicazioni emerse sono utili alla definizione del bando rigorosamente pubblico. L’occasione giusta per spazzare via la demagogia dilagante di chi ha usato questa vicenda a scopi politici e personali.
I terreni stanno rientrando, nessuna proroga, ennesima brutta figura di chi ha detto il contrario. Del pari strumentale la proposta di ripartire le terre in questione tra i disoccupati, figlia di chi non conosce la logica e le dinamiche del mondo agricolo.
Il nostro impegno è concreto suffragato dai fatti e visibile, non cerchiamo meriti, ma al contrario ci siamo messi al lavoro per rendere fruibili, già dall’annata Agraria 2009-2010 le terre riconquistate per i cittadini di Tarquinia".
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