- "Finora abbiamo assistito soltanto a "prove tecniche di liberalizzazione" con il risultato che, negli ultimi cinque anni, le tariffe dei servizi pubblici locali non energetici sono aumentate del 28%, quasi il triplo del tasso di inflazione cresciuto del 10,4%.
In particolare, le tariffe dell’erogazione di acqua sono aumentate del 33,4%, quelle per la raccolta rifiuti sono cresciute del 29,6%, quelle dei trasporti pubblici su strada del 15% e le tariffe per i servizi di fognatura sono aumentate del 26,1%.
Rincari ben superiori a quelli registrati nei Paesi dell’area euro, dove le tariffe dei servizi pubblici locali non energetici, tra luglio 2004 e luglio 2009, hanno fatto registrare una crescita del 16,6%".
E' quanto sottolinea il segretario di Confartigianato imprese di Viterbo Andrea De Simone che apprezza gli interventi in materia di servizi pubblici locali contenuti del Decreto legge 135 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 settembre scorso.
Passi in avanti, secondo De Simone, verso quella liberalizzazione dei servizi pubblici locali troppo a lungo rinviata e che potrà consentire di qualificare e innovare l’offerta, offrire alle imprese un'occasione di sviluppo e abbassare le tariffe per i consumatori.
In particolare, il segretario provinciale di Confartigianato, giudica positivamente l’introduzione della regola generale dell’assegnazione dei servizi attraverso le gare, l'affidamento in house della gestione dei servizi pubblici locali sottoposta a stringenti requisiti verificati dall'autorità garante della concorrenza e del mercato, il divieto per aziende che abbiano in concessione o in affidamento la gestione dei servizi pubblici locali di operare, in proprio o con società collegate o partecipate, in regime di concorrenza in settori collegati o contigui a quello di cui sono concessionarie o affidatarie.
Perplessità, invece, viene espressa da De Simone sui tempi del regime transitorio previsti dal decreto che portano a gennaio 2012 l’entrata in vigore delle nuove norme, un tempo troppo lungo, considerata anche l’attuale crisi, per vedere gli effetti di queste norme e per dare il via ad una riforma in grado di aprire il mercato dei servizi pubblici locali alla vera concorrenza.
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