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Zueca Pizzo, fidanzata di Giandomenico Pistonami
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I genitori di Giandomenico e Zueca
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- "Ciao amore mio Giando, eccoci qui riuniti tutti per te, per quella persona speciale che eri, sempre sorridente e orgoglioso del tuo lavoro, fiero della tua semplice vita insieme a noi".
Inizia così l'accorata lettera scritta da Zueca Pizzo al suo fidanzato Giandomenico Pistonami, morto nell'attentato a Kabul del 17 settembre.
Poche righe, firmate da Zueca e dai genitori di Giando, pubblicate sul nuovo numero di Panorama, per dare voce a un dolore immenso. Il dolore di chi ha perso, insieme al suo amore, anche il suo futuro. Zueca e Giandomenico avrebbero dovuto sposarsi la prossima estate. Ma quel 17 settembre ha cambiato tutto.
"Tu sei il nostro eroe, il nostro angelo custode - scrive la ragazza -. Ora nel cielo c'è una stella che brilla più di tutte e io so che sei tu. Mamma e papà ti adorano. Tu, unico figlio, insostituibile. Ti ameremo e ti ricorderemo per sempre".
"Ricordiamo la tua passione profonda per la carriera militare, il rispetto per la famiglia e per me - si legge ancora sulla lettera, pubblicata su "Panorama" -. Eri il fidanzato che tutte le ragazze invidiano, sempre un pensiero e tante rose rosse. Generoso a casa e con gli amici, così importanti, i fratelli mai avuti".
"Mamma - continua Zueca - ricorda che le hai dato sempre tante soddisfazioni. A scuola, bravo in tutte le materie, anche in condotta. Dopo il diploma in agraria sei andato a fare il militare a Viterbo e non hai lasciato più la divisa. Ricordiamo le sgridate a tua madre, quando vi sentivate con Skype e la vedevi commossa: "La mamma di un parà non piange". Di pericoli e della morte non hai mai voluto parlare: cambiavi discorso".
"Tuo padre - prosegue la lettera - ricorda quanto amavi la caccia. Ti aveva detto di non prendere impegni al tuo ritorno, che vi aspettavano giornate a cacciare con Tip, il cagnolino che ti avevo regalato e che hai addestrato. E poi l'ultimo Natale. Volevamo regalarti un computer, non hai voluto che spendessimo troppi soldi. Tu invece mi hai comprato una tv enorme, che avremmo messo nella nostra casa dopo il matrimonio. Da quella tv ho sentito i tg che annunciavano la tua fine".
"Ti abbiamo parlato l'ultima volta il 15 settembre - ricorda, alla fine, Zueca -. Il 16 sera non c'era campo, ho mandato un sms. Chissà se hai fatto in tempo a leggerlo quella mattina del 17 settembre, quando tutto è finito".
Oltre alla lettera a "Panorama", nei giorni scorsi Zueca ha smentito le ricostruzioni dei giornali locali, secondo cui "Giando" sarebbe partito in missione per motivi economici.
"Giando non aveva bisogno di soldi - ha detto la ragazza al Messaggero, risoluta a non lasciar infangare la memoria del suo fidanzato -. Quella della carriera militare era stata una scelta dettata dalla passione, non dal bisogno. Lui una strada ce l'aveva già: gli zii posseggono qui a Lubriano un'azienda agricola, che gli avrebbero lasciato. Tant'è che lui aveva studiato all'Istituto agrario di Bagnoregio".
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