:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
Tutto casa  Tutto vacanze Tutto automobili  Tutto viaggi


Viterbo - Il commento dei politici"
“Nessuna centrale nucleare a Montalto di Castro”
Viterbo - 25 settembre 2009 - ore 13,05

Riceviamo e pubblichiamo - Esprimiamo soddisfazione per la delibera approvata ieri dalla Regione Lazio, con la quale si è deciso di impugnare la legge 99/09, quella che rilancia il nucleare in Italia, per vizi di illegittimità costituzionale.

Il tentativo fatto dal Governo di imporre agli Enti Locali l'accoglimento di impianti nucleari sui loro territori ha trovato un’opposizione forte e compatta delle Regioni. Sono infatti sette le amministrazioni regionali, che ricorreranno alla Corte Costituzionale contro la scelta del Governo.

La Regione Lazio ormai ha diretto la barra su diversi modelli di sviluppo come quelli legati alle energie rinnovabili.

Proprio a Montalto di Castro avrà sede la più grande centrale solare d’Italia, dalla quale non solo si produrrà energia pulita, ma consentirà anche di evitare ogni anno l’emissione in atmosfera di cinque mila tonnellate di anidride carbonica con un evidente beneficio per l’ambiente e la salute del pianeta, oltre che per l’occupazione.

Walter Mancini
Sinistra e Libertà Viterbo


Un “no” deciso al piano del governo per il ritorno del nucleare

Mettiamo l’ambiente nel cuore del Pd. Questo il senso del documento che l’Associazione degli Ecologisti Democratici, rappresentata a livello nazionale e provinciale, rispettivamente, da Fabrizio Vigni e Paolo Felice, ha presentato in occasione della delicata fase congressuale.

Il congresso deve porsi l’obiettivo di mettere, al centro della discussione, la sfida ambientale, strategica per il Pd e per l’Italia.

Oggi l’ambiente è uno dei grandi temi del progresso e della speranza in un futuro migliore, ma non solo: conta sempre di più nella coscienza individuale e collettiva. I cambiamenti climatici, prima solo una minaccia, oggi sono una realtà drammatica.

Ecco perché l’ambiente deve avere il suo peso nell’agenda della politica e nelle proposte del Partito Democratico, soprattutto adesso che le questioni ambientali sono messe al margine dalla politica del governo centrale.

Mettere l’ambiente nel cuore del Pd, è decisivo per uscire dalla grave crisi economica globale, che si intreccia, inevitabilmente, con quella climatica e ambientale. Per poter guardare al futuro, dobbiamo puntare sulla green economy, su un’economia verde capace di produrre più ricchezza con meno consumo di energie e materie prime investendo sulle tecnologie pulite, sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili. Oltre che sulla modernizzazione e sulla riconversione ecologica di tutti i settori produttivi e su nuovi sistemi di mobilità e trasporto.

La sfida del Partito Democratico passa da qui: perché il Pd può e deve essere la più grande forza ecologista italiana ed europea. Per dare al nostro Paese un futuro, serve un Partito Democratico coraggioso e netto nei suoi sì e nei suoi no. Ecco perché le nostre sono scelte decise.

Gli Ecodem dicono sì alla green economy come risposta alla crisi economica e climatica, come motore di sviluppo, nuova occupazione, innovazione tecnologica. Sì all’edilizia di qualità, al risparmio energetico, alla sicurezza antisismica, alla mobilità sostenibile. Sì alla tutela e alla piena valorizzazione del paesaggio, proteggendo la biodiversità del nostro patrimonio naturale. Sì alle opere utili, come la messa in sicurezza del territorio, minacciato dal dissesto idrogeologico insieme alla modernizzazione delle reti ambientali ed energetiche. Sì a buone politiche per la scuola, la cultura e la ricerca e ancora sì a una riforma fiscale che incentivi le produzioni e i comportamenti ecologici, alleggerisca il prelievo su lavoro e imprese, scoraggi lo spreco di materie prime e le produzioni più inquinanti.

Gli Ecologisti Democratici, per contro, dicono no all’abusivismo edilizio e al consumo illimitato del suolo: servono regole chiare per la pianificazione urbanistica e il buongoverno del territorio. No alle illegalità, dalla criminalità organizzata alle ecomafie.

E con convinzione gli Ecodem dicono no al nucleare, pericoloso e costosissimo.
Dovrà essere il Partito Democratico a contrastare il tentativo del governo di rilancio del nucleare di vecchia generazione, che prefigura la militarizzazione delle aree destinate ad ospitare le centrali, ignora i poteri di enti locali e Regioni e scarica costi ambientali ed economici di una scelta che, all’evidenza, risulta insensata oltre che anacronistica sui cittadini.

Sono queste le idee che il Partito Democratico deve far vivere alla società. E per farlo deve essere un partito nuovo, aperto, accogliente.
Il Pd deve, oggi, dare voce e rappresentanza alle ragioni di un moderno ambientalismo riformista.

Fabrizio Vigni
Paolo Felice


Bene la decisione della giunta Marrazzo di ricorrere alla Consulta contro la cosiddetta ‘legge sviluppo’ che, scavalcando le Regioni, consente al Governo di scegliere da solo i siti in cui costruire nuove centrali nucleari.

Come Provincia di Viterbo, ci batteremo per scongiurare il ritorno al nucleare a Montalto di Castro. Occorre, contrariamente alla politica del Governo Berlusconi, investire sulle energie alternative.

E’ l’unica via per uno sviluppo sostenibile. Solo così eviteremo ulteriori servitù in un territorio come la Tuscia che ha già pagato troppo in termini ambientali.

Lavoreremo, pertanto, insieme alla Regione per opporci a ogni eventuale ritorno al passato in materia di energia”.

Alessandro Mazzoli
Presidente della Provincia di Viterbo
Candidato alla segreteria del Pd del Lazio per la mozione Bersani


“Il nucleare non passerà per la Regione Lazio e quindi nemmeno per Montalto di Castro, additata dal governo come il sito più papabile per l’istallazione di una nuova centrale”.

E’ quanto afferma l’assessore regionale agli enti locali, alle reti territoriali energetiche, portuali, aeroportuali e ai rifiuti, Giuseppe Parroncini, che questa mattina in giunta, di concerto con il presidente Marrazzo, ha presentato una proposta di deliberazione che autorizza il presidente a ricorrere presso la consulta contro la cosiddetta legge sviluppo che consente al governo di localizzare sul territorio nazionale siti per l’impianto di nuove centrali nucleari, scavalcando le Regioni.

“Non siamo disposti a tornare indietro né tantomeno a rivedere decisioni già prese - spiega l’assessore - nel piano energetico regionale di prossima approvazione, peraltro ampiamente sufficiente a provvedere al fabbisogno interno, non c’è mai stata la parola nucleare.

La strada da seguire, e di questo solo il nostro governo sembra non essersi accorto, è semmai quella delle fonti energetiche rinnovabili in linea con i dettami della cosiddetta green economy che si sta rivelando strategica per uscire dalla crisi economica che ha colpito l’occidente. L’energia che intendiamo portare a Montalto è quindi di questo colore, attraverso la realizzazione del più grande impianto fotovoltaico d’Europa.

Oltretutto – aggiunge - gli effetti di una centrale nucleare sarebbero devastanti per quel territorio già gravato da pesanti servitù, a cominciare dalla centrale di Torrevaldaliga che, insieme a quella Montalto, ha una potenza istallata pari al 15% del fabbisogno energetico nazionale e dall’incremento del traffico portuale di Civitavecchia, divenuto ormai il più importante porto crocieristico del Mediterraneo.

Imporre un impianto nucleare su quell’area – conclude Parroncini – è una follia ed un suicidio anche sotto il profilo ambientale e turistico”.


Carapella: “Bene Marrazzo. Nessuna centrale a Montalto”.

“La decisione assunta oggi dalla Giunta su proposta del Presidente Marrazzo e dell’Assessore regionale, Parroncini, di ricorrere alla Consulta, come già hanno fatto altre Regioni, contro la legge 99/09 che autorizza il Governo a localizzare sul territorio nazionale siti per l’impianto di nuove centrali nucleari, è una decisione positiva e doverosa che spazza via ogni margine di ambiguità da parte del Governo regionale”. E’ quanto dichiara il Presidente della Commissione Lavori Pubblici e Politiche per la Casa alla Pisana, Giovanni Carapella.

“Oltre al fatto che le centrali di Torrevaldaliga e di Montalto assicurano già alla nostra Regione energia in abbondanza – prosegue - l’operazione condotta dal Governo con l’approvazione della legge 99/09, paradossalmente chiamata “legge sviluppo”, è tutt’altro che trasparente. Innanzitutto si è preteso di reintrodurre il nucleare, bocciato a suo tempo da un referendum popolare, servendosi di uno strumento costituzionalmente inadeguato come la legge ordinaria.

Sui territori in cui sono stati individuati i siti dove dovranno sorgere le centrali di vecchia generazione si pensa di aprire “tavolini” di trattative di compensazione con i poteri locali mirati a “comprare” il consenso delle popolazioni.

A ciò si aggiunga che nel testo di legge non vi è menzione alcuna su quali saranno i siti deputati allo stoccaggio delle scorie nucleari.

In questo quadro – conclude Carapella - il no al nucleare della Regione Lazio rappresenta un atto di responsabilità e una scelta che guarda al futuro: un futuro di sostenibilità ambientale, di modelli di consumo più frugali, di risparmio energetico e di incentivazione delle fonti energetiche alternative, in primis il solare ad alta concentrazione che scienziati del calibro di Rubbia sono stati costretti a sperimentare fuori dal nostro Paese.”


Zaratti: "Regione decisa a opporsi a nucleare"

“Oggi con il voto unanime della Giunta regionale che ha autorizzato il Presidente Piero Marrazzo a fare ricorso alla Consulta contro la “Legge sviluppo” 99/2009 il Lazio si schiera con decisione contro il nucleare.  – afferma Filiberto Zaratti, assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio – Il tentativo fatto dal governo di imporre agli Enti Locali l’accoglimento di impianti nucleari sui loro territori sta trovando un’opposizione forte e compatta  dalle Regioni che hanno puntato su diversi modelli di sviluppo, come quelli legati alle energie rinnovabili e alla generazione distribuita”.
 
“Le dichiarazioni del Governo circa il fatto di considerare l’energia nucleare come un “bene primario” al fine di ridurre i costi energetici trovano, oltretutto, autorevoli smentite.

Da un lato l’Dipartimento statunitense per l’energia, il Doe, ha stimato pochi giorni fa che il kwh prodotto da nuovi impianti nucleari nel 2020 costerà 10,2 centesimi di dollaro, contro i 9,9 dell’eolico, mentre dall’altro lato autorevoli costituzionalisti ritengono che la “Legge sviluppo” 99/2009 sia palesemente in contrasto con l’art 120 della Costituzione che individua in maniera tassativa i casi in cui il Governo può esercitare i suoi poteri sostitutivi nei confronti delle Regioni e degli Enti Locali, escludendo la materia energetica – continua Zaratti –.

I dati che ci arrivano dagli Stati Uniti, inoltre, si riferiscono ai soli costi economici e non contemplano quelli dovuti al mancato sviluppo socioeconomico dei territori nei quali sorgono gli impianti nucleari”.
 
“La scelta di Governo, quindi, non solo è sbagliata nel merito, ma è profondamente scorretta, specialmente in un momento nel quale il federalismo è uno temi politici più discussi nel Paese. Il Lazio, con l’inclusione degli obiettivi europei al 2020 sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica nel Piano Energetico Regionale, ha scelto un’altra strada - conclude Zaratti –. Puntando su fonti energetiche pulite, sicure e rispettose dell’ambiente come quelle rinnovabili. ”.

Copyright 2009 TusciaWeb - Chi siamo - pi: 01829050564