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Giovanni Bartoletti
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- Giovanni Bartoletti, l'assessore all'aeroporto. Che non c'è.
Lo scalo viterbese che sarà è sulla bocca di tutti e oggi si guadagna anche la prima pagina sul Corriere della Sera.
In un articolo, Sergio Rizzo ripercorre le vicende legate all'infrastruttura, partendo dalle ultime dichiarazioni del sindaco di Roma Alemanno.
Che sullo spostamento dei voli da Ciampino alla Tuscia ha sollevato più di qulce dubbio.
L'articolo ha un titolo che lascia poco spazio all'immaginazione su quello che l'estensore pensa:
“Viterbo, lo scalo inutile che tutti vogliono”.
Ma l'attacco del pezzo è dedicato all'assessore Bartoletti. Una sorta di preambolo, giusto per inquadrare la situazione “Al Comune di Viterbo – scrive Rizzo - esiste anche un assessore per l’aeroporto che ancora non c’è.
Il nome: Giovanni Bartoletti. Ha 42 anni, un passato da ufficiale pilota e un presente da presidente del comitato per l’aeroporto della Tuscia.
È stato eletto nel 2008 per il centrodestra con la lista civica «Viterbo vola» e prontamente il nuovo sindaco Giulio Marini l’ha messo in giunta”.
Quindi un salto indietro nel tempo. Al novembre 2007.
“Un aeroplanino sorvolò Viterbo trascinando uno striscione dove c’era scritto a caratteri cubitali: Grazie. Di che? Ma di aver scelto la città della Tuscia come base per il terzo aeroporto del Lazio.
Il ringraziamento era rivolto al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ma soprattutto al suo collega dell’Istruzione Giuseppe Fioroni”. Con un valido alleato, come ricorda il Corriere della Sera.
“L'aeroporto viterbese aveva anche il sostegno di un altro pezzo da novanta della maggioranza di governo: il tesoriere dei Ds Ugo Sposetti”.
Ma Rizzo ricorda anche come l'Enac per ragioni tecniche aveva preferito Viterbo rispetto alle altre soluzioni e fa anche due conti: “Per l’adeguamento delle strutture aeroportuali servirebbero circa 260 milioni.
Ma è il meno. Viterbo dista da Roma circa 90 chilometri: almeno un’ora e mezzo con l’automobile e un paio d’ore con il treno. Ci sono ben due ferrovie che collegano la Capitale con la città della Tuscia, ma servono fondamentalmente il traffico pendolare e andrebbero seriamente adeguate.
Per la linea delle Ferrovie dello Stato è previsto un raddoppio fino a Bracciano, mentre non esiste un progetto, né un finanziamento, per il potenziamento del tratto fino a Viterbo.
Per la linea ferroviaria regionale gestita dalla romana Metro l’ipotesi del raddoppio invece esiste.
Ma bisognerà trovare altri 600 milioni di euro, e comunque per la realizzazione si parla di svariati anni”.
Altro punto e non di secondo piano, per Rizzo, il fatto che per un funzionare, lo scalo ha bisogno di compagnie disposte a spostarsi da Ciampino.
”Peccato che uno dei maggiori vettori, cioè Ryanair, non ne voglia sapere di rinunciare a un privilegio che in Europa non ha nessuna compagnia a basso costo: quello di un aeroporto praticamente in città”.
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