- “Sei stato un testimone della pace. In questa società sempre più egoistica è consolante sapere che ci sono ragazzi come te. Che mettono a rischio la loro vita, a volte perdendola, in nome della pace”.
Così ha esordito nella sua omelia il vescovo di Viterbo Lorenzo Chiarinelli, che ha celebrato il funerale di Giandomenico Pistonami, il parà di 26 anni morto a Kabul, in un attentato giovedì scorso.
La madre non ha mai lasciato la foto del figlio. Quel suo unico figlio che ora non c'è più. La teneva in mano domenica, quando il feretro di Giandomenico è arrivato a Ciampino. La teneva oggi, ai funerali. Quasi per non lasciarlo andare via.
Accanto a lei la fidanzata Zueca, che per tutto il tempo ha stretto un orsetto vestito da parà, che le aveva regalato Giandomenico.
La bara del parà è stata trasportata a spalla dagli amici del paese e da alcuni commilitoni, dalla casa del ragazzo fino alla chiesa di San Giovanni Battista. Un percorso di circa due chilometri e mezzo.
I parenti, gli amici e gli abitanti di Lubriano riempivano la chiesa. Circa 1500 persone seguivano il funerale, alcuni dentro la chiesa.
Altri nella piazza di fronte, dove erano tutti lì per dare l’ultimo saluto a Giandomenico. E per stringersi intorno al dolore di padre Franco. Al dolore di mamma Annarita. Al dolore della ragazza Zueca.
Durante il funerale un'amica ha letto una lettera per Giandomenico.”Per tanto tempo siamo stati noi ad aspettarti. Ad aspettare che ritornassi dal tuo lavoro.
Ora sarai tu ad aspettarci, fino al giorno in cui saremo di nuovo insieme”, ha detto con la voce strozzata dalle lacrime la ragazza.
A conclusione della cerimonia, prima di sollevare la bara, un gruppo di paracadutisti del 186esimo reggimento di Siena ha salutato Giandomenico, urlando il loro grido di battaglia.
“Folgore! Folgore! Folgore!” ha tuonato la chiesa, tra la commozione di tutti. Dopo la lettura della preghiera del paracadutista.
C’era tutta la sua Lubriano. I ragazzi indossavano tutti una maglietta con scritto “Ciao Giando”.
Alla cerimonia erano presenti tra gli altri il presidente della Regione Piero Marrazzo, la senatrice Laura Allegrini, il sindaco di Viterbo Giulio Marini membro della commissione di Difesa della Camera dei deputati, il presidente della Provincia Alessandro Mazzoli, il prefetto di Viterbo Alessandro Giacchetti, l'assessore regionale Giuseppe Parroncini e il parlamentare Ugo Sposetti, le autorità militari e le delegazioni in rappresentanza di ogni caserma di Viterbo.
Hanno partecipato alla cerimonia anche dieci sindaci della provincia di Viterbo e due umbri.
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