Riceviamo e pubblichiamo - La natura ha donato ai Cimini bellezze e ricchezze enormi.
Negli anni sessanta anche se dolorosa accettammo come quasi logica la sconfitta della proposta di "Parco Naturale dei Cimini" perché la coscienza ecologica era da noi agli albori ed era difficile diffondere capillarmente la consapevolezza di quanto stavamo perdendo.
Le speranze ripresero negli anni settanta con il sorgere delle comunità montane: solo Angelo La Bella, da noi, fu contrario, convinto che sarebbero nati nuovi enti inutili.
Tutti gli altri si era convinti del contrario.
Però, già alle prime assemblee dell'Uncem si capì che Angelino aveva ragione: soprattutto nelle aree del frusinate si affermò quel tipo di comunità montana.
Da noi, sui Cimini, si creò, in virtù della linea del "compromesso storico", un consociativismo inizialmente virtuoso nonostante il fatto che il nuovo ente fosse nato con una iniziale pessima astuzia di Renzo Trappolini che riuscì a dirottare la sede a Ronciglione approfittando di vanità, ambizione ed inettitudine dei suoi amici di Canepina, sede naturale della comunità soprattutto perché comune con territorio interamente montano.
Tra l'altro a Ronciglione nessuno sente la presenza della comunità montana mentre a Canepina l'interesse è vivissimo perché in effetti l'ambiente è montano anche nei dettagli.
Dopo la fase costituente, durante la quale prevalse la mentalità strutturale e si arrivò al massimo con la costruzione dell'impianto per la lavorazione delle castagne di Canepina da assegnare ai produttori, si costruì la fase degenerativa che ha prodotto, tra l'altro, sia la cessione dell'impianto a privati, sia il sabotaggio verso associazioni e cooperative di produttori animati da dignità civica e indisponibili alle sudditanze clientelari, sia alle divisioni sulla Dop volute da amministratori locali legati ad interessi particolari.
Sulla Dop occorre un percorso unificante che i produttori debbono costruire direttamente anche per affrontare il problema dell'area, altra beffa della Comunità Montana, e quello di una cooperativa unica che permetta di usufruire veramente dei benefici della Dop perché altrimenti i discorsi esaltati ed esaltanti sulla Dop saranno solo demagogia o impegno vero ma senza senso e senza risultati reali.
Angelo Bini
presidente CoopCast
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