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Alcune immagini del palio delle botti |
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- Alla contrada Fontana di piano il 31esimo palio delle botti.
Grande tifo e grande partecipazione per la tradizionale festa, che si svolge in uno dei quartieri più antichi della città di Viterbo. Bancarelle, gente in ogni angolo curiosa di assistere all'evento e un profumo di zucchero a velo, che si diffondeva ovunque.
Così si presentava Pianoscarano, per il 31esimo palio delle botti, la manifestazione che si svolge ogni anno, in occasione della festa dell'uva.
La pioggia non ha fermato gli abitanti del quartiere, che con gli ombrelli in mano si sono presentati puntuali all'annuale festa.
Sei botti, che simboleggiano le varie contrade del quartiere, sono spinte da sei uomini, con indosso un cappello di paglia e un fazzoletto con i colori della contrada di appartenenza. In questo consiste il palio.
Il percorso è semplice. Le botti vengono spinte in salita in via di Piano Scarano. Una volta in cima, si fa il giro in piazza Fontana di piano. La gara si svolge in due tempi. Le semifinali, da cui escono i quattro finalisti, tra i quali uscirà il vincitore.
Le contrade che hanno preso parte alla gara sono state: Fontana di piano con Sergio Montalboldi, arrivata prima. Subito dopo Porta del Carmine con Simone Montalboldi, San Andrea con Salvatore Triolo, Porta Fiorita con Stefano Montalbotti, San Carlo con Luca Pasqualini e Piazza Scotolatori con Mirco Fraccaro.
Dopo la gara tutti si sono spostati intorno alla fontana di Piano, che addobbata con grappoli d'uva faceva uscire il vino dalle antiche cannelle, poi offerto a tutta la gente insieme ai dolci tipici della tradizione viterbese.
Il palio è una tradizione con origini molto antiche. Origini che vengono fatte risalire al carattere contadino del quartiere. Ad abitarlo, all'inizio, erano per lo più contadini.
Una delle principali ricchezze era per loro il vino. Per poterlo produrre, i contadini dovevano far “stanare” le botti intorno alla fontana, perché durante l'estate le doghe si allentavano. Le botti venivano riempite d'acqua in modo che il legno “tirasse”, rendendole stagne.
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