Riceviamo e pubblichiamo - Leggendo stamani la lettera di Enrico Cesarini sono stato piacevolmente sorpreso dall'esistenza di una persona che in poche e sincere parole ha esposto un problema così grande.
Perché il punto di tutta questa faccenda dell'aereoporto è proprio lo stesso sollevato da Enrico: ma i "i viterbesi 'sto aereoporto siamo sicuro che lo vonno"?
No, perché sarò molto sintetico e spero non banale.
Nelle elezioni la Lista Tuscia Vola con capolista l'assessore Bartoletti prese se non sbaglio non più del 6%, con conseguente domanda: ma tutti 'sti viterbesi favoreli all'aereoporto dove stanno?
L'assessore Bartoletti non superò mi sembra le 300 preferenze schierandosi apertamente con il Pdl, senza cercare quel consenso generale che serviva in quella fase delicata.
Altro punto: qualcuno ha mai spiegato ai viterbesi come si costruirà, dove, quando, questo aereoporto ?
Qualcuno ha spiegato perchè questo aereoporto si costruirà vicino la zona termale?
In questi giorni leggo articoli in merito di forte richiamo sociale, di unione politica davanti al rischio che Frosinone prenda il nostro aereoporto, leggo di un assessore prodigo per formare un fronte compatto per la realizzazione del progetto.
Ma allora mi domando: perché non prima?
Perché si schierò con il Pdl sicuro di vincere, infischiandosene degli altri e dei viterbesi?
Perché non convoca un referendum popolare, con un quesito semplice e importante, cioè quello di chiedere ai viterbesi di esprimersi in modo netto su questa scelta?
Ma perché non cercano di cambiare verso i cittadini perdendo questi atteggiamenti di salvatori della patria, provinciali e ipocriti?
Dopo queste domande a cui spero un giorno l'assessore Bartoletti darà risposta a tutti noi, purtroppo mi viene la terribile sensazione che i politici viterbesi, compresi quelli di opposizione fermi e impotenti, non stiano lavorando per il nostro bene, ma come al solito mettano davanti a tutto il denaro (non tutti i politici).
Mi viene la brutta sensazione che qui ci sia già un grosso "inciucio", altrimenti non avrebbero paura di un referendum, che potrebbe anche rinforzare la realizzazione dell'opera, e che potrebbe dare a tutti i viterbesi la possibilità di esprimersi e dare per sempre una fine a questa telenovela, che ci vede protagonisti da mesi dimenticando che questa città ha ben altri problemi.
Concludo sperando che in poco tempo l'assessore si mobiliti (e con lui anche la popolazione) e riesca davvero a spiegare con stand e dibattiti pubblici ciò che si sta realizzando o che si vorrebbe realizzare, credendo nella sua capacità politica che finora si è vista poco.
Ma come si dice, Santa Rosa fa miracoli...
Roberto Innocenzi
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