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Intervista allo scrittore ronciglionese Alessandro Vettori
Passione e arte nel "Bianco rumore dei respiri"
di Stefania Moretti
Viterbo - 19 settembre 2009 - ore 1,30

Alessandro Vettori
- Una storia di amore e passione. Ma anche di cinema, musica, teatro. In uno stile onirico e surrealista. E' “Il bianco rumore dei respiri”, primo romanzo di Alessandro Vettori, in autodistribuzione dal luglio di quest'anno. E che promette emozioni viscerali per ogni tipo di pubblico.

Dopo le passate esperienze di aiuto-regista per Rai, Mediaset e La7, l'artista ronciglionese ha dato alle stampe la sua prima fatica letteraria. Il sogno di una vita che, finalmente, si realizza.

Com'è nata l'idea di scrivere “Il bianco rumore dei respiri”?
"Avevo una storia da raccontare, delle suggestioni che andavano sviluppate. Ho una scrittura istintiva. Raccolgo gli input che provengono dall'esterno e li rielaboro sulla carta. E' come correre dietro a qualcosa che già esiste.
In particolare, mi tormentava il concetto dello scrittore come scultore delle lettere. Come il personaggio principale, che da bambino non riusciva a comunicare con la madre e immaginava di scolpire parole per poter dialogare con lei. Ma le lettere si frantumano. Segno che c'è un'impossibilità di fondo, nel parlarle".

Quand'è cominciata quest'avventura?
"Cinque anni fa, quando ho iniziato a pubblicare un romanzo a puntate sul mio blog. Dal blog siamo passati a Facebook e da Facebook al prodotto finale".

Ha preso spunto dal suo vissuto per costruire i protagonisti del romanzo?
"No. Lei l'ho chiamata Julia come la mia compagna e lui si chiama Loren perché amo la Francia. Ma i personaggi sono del tutto inventati. Anche se sono partito da cose che amo. Come il cinema, il teatro e l'arte in genere. E ho finito per immedesimarmi nei protagonisti, tanto da perdermi dentro di loro".

Quanto ha influito la sua formazione cinematografica nella scrittura del libro?
"Molto. Sono sempre stato appassionato di cinema e ho alle spalle un master di regia professionale. Di conseguenza anche la mia scrittura è cinematografica. Seguo delle immagini e da lì sviluppo il resto. Non punto a descrivere tutto per filo e per segno. Mi piace suggerire dei particolari e lasciare campo libero all'immaginazione del lettore. E poi il libro è pieno di riferimenti al cinema".

Come descriverebbe il suo romanzo?
"Come una storia di arte e passione. Che non è soltanto la mia, ma è la passione di tutti. E' un romanzo che regala emozioni forti, che fa fare un bel viaggio interiore. Di fronte al quale non si può rimanere impassibili".

Glielo hanno confermato i lettori?
"Sì. C'è gente che lo porta sempre in borsa con sé. Gente che lo ha letto più volte. E che mi ha ringraziato per le sensazioni che ho saputo regalare. Non mi aspettavo che le persone si sentissero talmente addosso questa storia da volerla rileggere".

Il libro ha avuto una buona accoglienza, quindi...
"Decisamente. Chi lo ha letto si è appassionato. Roberta Calce, una speaker di Radio Subasio, se ne è innamorata e gli ha fatto una buona pubblicità. Ho ricevuto complimenti anche dal regista di “Sbirri”, Roberto Burchielli, che mi ha detto che il romanzo non ha nulla da invidiare a molte sceneggiature attuali. E poi se n'è parlato sulla stampa locale, sulla rivista Campo de' Fiori... per essere un libro autodistribuito è andata molto bene. Ed è piaciuto a varie fasce di pubblico".

Anche a quello ronciglionese?
"Con i concittadini è stata dura. Su 800 copie vendute, soltanto 80 sono state acquistate a Ronciglione. Il romanzo è stato comprato non da amici, ma da gente sconosciuta. E, da una parte, è stato meglio così. Almeno so che i complimenti sono sinceri e gratuiti. E poi ho sempre lavorato fuori. Molti ronciglionesi non sapevano neppure che scrivessi. Piano piano, però mi sto imponendo anche qui, grazie al passaparola e a Internet".

A quando la presentazione ufficiale?
"Ieri ho incontrato i lettori alla Libreria del Teatro, a Viterbo. La proprietaria è rimasta talmente affascinata dal libro che lo ha piazzato al centro della vetrina e ha voluto fare una prima presentazione. Quella ufficiale, però, si terrà a ottobre, al Palazzo delle Maestranze a Ronciglione, dove sarà presente anche Luciano Mariti, docente di Storia del Teatro all'Università La Sapienza".

Nel suo avvenire c'è ancora spazio per la scrittura?
"Assolutamente sì. E' quello che amo fare e che mi rende libero. Il mio presente e la mia scelta per il futuro, dato che sto già scrivendo il secondo romanzo. Del resto, posso non dormire, non mangiare. Ma non posso non scrivere".

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