Riceviamo e pubblichiamo - Egregio assessore,
mi complimento per il nuovo incarico assunto all’interno della Regione Lazio.
Sono certo, come Lei stesso dichiara in un’intervista, che la nomina ad assessore regionale è il frutto di un duro lavoro svolto anche in questi ultimi quattro anni.
Ma non è di questo che voglio parlare.
Ho appreso dai giornali che le è stata assegnata tra le altre anche la delega all’Energia. Delega importante e delicata.
Il settore energetico è senza dubbio il centro della riconversione ecologica dell’economia in questo periodo di grave crisi finanziaria, sociale, economica e ambientale. Purtroppo però in questo campo assistiamo da parte del Governo Berlusconi a una sorta di politica del gambero.
Mentre in Europa tutti gli Stati membri si orientano alla scelta delle energie rinnovabili, l’Italia percorre la strada del ritorno all’atomo.
Circola da diverse settimane una bozza di decreto che dovrà essere approvato entro il 15 febbraio per l’individuazione dei criteri per la localizzazione dei siti delle nuove centrali nucleari. Il criterio principale è il seguente: aree sulle quali in passato sono sorti o avrebbero dovuto sorgere impianti nucleari situate in luoghi con facile accesso ad adeguate risorse idriche.
Scrivono così ma in realtà la lettura corretta è: Montalto di Castro. Lì, infatti, avrebbe dovuto sorgere la centrale nucleare e in più il sito è praticamente dentro il mare.
Si tratta da subito di passare dalle enunciazioni ai fatti concreti. Le chiedo perciò di intraprendere da subito un’intensa azione di opposizione istituzionale.
La scorsa settimana Legambiente, Wwf e Greenpeace Italia, hanno inviato una lettera ai governatori delle regioni con la quale chiedono di presentare ricorso alla Corte Costituzionale per l’incostituzionalità delle disposizioni contenute alla lettera g), comma 2, dell’art. 25 della legge del 23 luglio 2009, numero 99.
Tali disposizioni infatti mal si conciliano con il rispetto del Titolo V della Costituzione e con i poteri concorrenti delle Regioni riguardanti la produzione dell’energia e il governo del territorio, di cui all’art. 117. Si conciliano male anche con i principi di leale collaborazione, di cui all’art. 118, richiamati da sentenze della Corte Costituzionale in materia di energia.
I termini del ricorso scadono il 15 ottobre. Il tempo stringe. Credo però che se c’è la volontà politica di bloccare la scellerata scelta del Governo dobbiamo essere capaci di mettere in campo tutte le iniziative delle quali c’è bisogno. Oggi come primo passo c’è bisogno del ricorso alla Corte Costituzionale da parte delle Regioni.
Confidiamo in Lei. Buon lavoro.
Walter Mancini
Sinistra e Libertà Viterbo
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