Riceviamo e pubblichiamo - In occasione delle solenni celebrazioni in onore della Madonna Santissima Addolorata, venerdì 18 settembre alle 21 nella chiesa di Maria della Verità, a Viterbo, verrà proposto uno dei capolavori sacri più intensi e commoventi di tutta la letteratura musicale: lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi.
A eseguire quello che è stato definito il testamento spirituale pergolesiano saranno il maestro Ferdinando Bastianini all’organo, il soprano Mariella Spadavecchia e il mezzosoprano Elisabetta China.
Il concerto, che proporrà anche alcuni pezzi organistici (un Corale di Bach e la Giga e fuga di Franck ), è inserito nel cartellone dei festeggiamenti della parrocchia di Santa Maria della Verità, con l’organizzazione di don Elio Forti e il patrocinio della Provincia di Viterbo.
Lo Stabat Mater, che ritrae musicalmente il dolore della Madonna ai piedi della Croce del Figlio morente, composto nella versione originale per orchestra d’archi e due voci femminili, fu completato da Pergolesi – come la tradizione riferisce – il giorno stesso della sua morte.
Autore di opere buffe e musica sacra, valente violinista nonché organista, Pergolesi (Jesi 1710 – Pozzuoli 1736) creò i suoi più grandi capolavori negli ultimi anni della sua brevissima esistenza.
Il musicista morì, infatti, a soli 26 anni, di tubercolosi nel convento dei frati cappuccini di Pozzuoli, dove si era ritirato per comporre in silenzio e meditazione e per lenire il male fisico della malattia che lo stava divorando. Fu sepolto nella fossa comune della Cattedrale di Pozzuoli.
Il dolore è espresso in modo vivido e magistrale nello Stabat Mater, congedo spirituale del maestro di Jesi dalla vita terrena.
Tutta l’opera emana un senso di drammaticità straordinario che si percepisce ad ogni passaggio, nel contrappunto tra le due voci e nel procedere cromatico delle linee melodiche, nell’armonizzazione toccante e quanto mai rappresentativa, nell’impasto timbrico tra le voci e gli strumenti, nell’intensità del testo.
Secondo la tradizione, divenuta bel presto leggenda, pare che Pergolesi scrisse il suo Stabat in gran fretta come se avesse avuto il compito di terminare il suo capolavoro prima di passare a miglio vita.
Sull’ultima pagina dell’autografo si legge, in una nota riportata in calce, “Finis Laus Deo”, quasi un intimo ringraziamento al Signore per avergli concesso ancora un po’ di tempo, il tempo necessario per concludere quella sua straordinaria opera sacra.
Pare, infine, che lo Stabat venne commissionato a Giovanni Battista Pergolesi per sostituire un altro Stabat Mater, quello di Alessandro Scarlatti, eseguito da anni nel periodo della Quaresima ma considerato ormai un po’ antiquato.
La parrocchia di Santa Maria della Verità
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