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Viterbo - Un ricordo di Ugo Lentini
Un liberale alla John Stuart Mill
di Oreste Massolo
Viterbo - 14 settembre 2009 - ore 1,50

Ugo Lentini
- Anche Ugo Lentini ha concluso la sua lunga esperienza umana: mi sento sempre più solo; un po' alla volta non incontro gli amici più cari.

Avevo conosciuto Lentini, al mio secondo mandato, sui banchi del Consiglio comunale di Viterbo dove era stato preceduto dal professor Corrado Buzzi.

Ero ancora segnato da "sacri furori" e verso di lui, all'inizio, non avevo alcuna simpatia: appoggiava una giunta guidata dalla Dc!

Ora, a distanza di anni, nel ripensare a quella esperienza mi aggorgo che Lentini non si era mai "appiattito" sul partito di maggioranza relativa, ma, pur sostenendo la giunta, non rinunciava a osservazioni e critiche. Talvolta anche dure.

Una cosa è certa: a lungo andare presi ad apprezzarlo perché i suoi interventi erano sempre puntuali e ricchi di dottrina; aveva un fratello giurista e lui non era da meno.

In Consiglio comunale sui problemi più strettamenti amministrativi dava dei punti a tutti, ma dove risultava insuperabile era sulle questioni urbanistiche che hanno sempre avuto, purtroppo, notevole rilievo a Palazzo dei Priori.

I suoi interventi erano si politici, ma al tempo stesso lezioni di diritto. Ormai ci si intendeva, lui liberale ed io comunista!

Per un periodo ci siamo persi di vista; poi l'andavo a trovare in Provincia dove era stato nominato difensore civico, incarico svolto con estrema professionalità.

Commentavamo avvenimenti locali e nazionali e le nostre osservazioni erano amareggiate e disincantate.

Notavamo un arrivismo sfrenato, uno scarsissimo senso delle istituzioni, una politica che si faceva sempre più "casta" e sempre meno vicina ai cittadini. E non credo che le nostre fossero le solite e scontate lamentele dei laudatores dei tempi antichi.

Ora mi piace ricordare un piccolo episodio. Lentini, qualche anno fa, subì una delicata operazione chirurgica dalla quale si era poi ripreso perfettamente.

Ai medici che lo avevano assistito volle regalare il libro Viterbo delle delizie (Franco Maria Ricci editore) che nel mio incarico di componente la presidenza del Consiglio regionale del Lazio avevo contribuito a far stampare.

Ugo lo ricordo così: un uomo profondamente colto e al tempo stesso semplice; una persona che ha amato la politica, che ha creduto in un serio impegno sociale, sempre disponibile se avevi bisogno di aiuto.

Un vero liberale, alla John Stuart Mill!

Ancora ricordi personali: quando sono stato trapiantato di reni all'ospedale di Pisa mi telefonava tutte le mattine per sapere della mia salute.

Ho avuto, in seguito, problemi ai tendini di Achille: ne parlai con Ugo il quale attraverso il figlio medico mi prenotò una visita da un professore molto noto, forse la massima autorità in materia.

Sì, il suo vero orgoglio è stato tuttavia suo figlio Arturo, oggi valente ed affermato radiologo: ne parlava sempre con ammirazione.

Così era Lentini, un vero amico cui mi legavano stima e rispetto ad un tempo.

Oreste Massolo

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