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Viterbo - Inchiesta tangente Asl - Respinta dal Gip l'istanza di revoca presentata dall'avvocato La Bella
Di Mario resta agli arresti domiciliari
Viterbo - 13 settembre 2009 - ore 15,50

Michele Di Mario, agli arresti domiciliari per corruzione
(s.m.) - Di Mario resta agli arresti domiciliari.

E' stata respinta l'istanza di revoca degli arresti domiciliari presentata dall'avvocato Giuseppe La Bella per conto del suo assistito, Michele Di Mario.

L'imprenditore, titolare della Lte Srl, era finito al centro dell'inchiesta su una tangente da 15mila euro per un l'appalto dei lavori di telefonia alla Asl.

Secondo l'accusa, sarebbe stato proprio Di Mario a cedere la tangente all'ex dipendente Telecom Massimo Ceccarelli e al responsabile del Ced Ferdinando Selvaggini. Tutti e tre sono finiti in manette per corruzione lo scorso luglio. E tutti e tre si trovano al momento agli arresti domiciliari.

Il tentativo dell'avvocato La Bella di ottenere la scarcerazione non è andato a buon fine.

"Il Gip Mautone ha detto no alla revoca degli arresti domiciliari - spiega l'avvocato La Bella -, nonostante il parere dei pm Tucci e Centofanti, che non erano favorevoli a una liberazione completa, ma all'obbligo di dimora sì. Sarebbe stata una conquista consentire a Di Mario di potersi muovere liberamente per Faleria, come previsto dall'obbligo di dimora. E invece l'istanza è stata respinta".

L'avvocato La Bella non nasconde una certa amarezza. "Normalmente il Gip tiene conto del parere dei pm - dice -. Ma stavolta non è stato così. Il giudice Mautone non ha dato retta né alla difesa, né all'accusa. Segno che si è fatto una sua idea che, purtroppo, va a discapito di Di Mario".

Malgrado tutto, l'avvocato è ancora ottimista e combattivo. "Ripresenteremo a breve la prossima istanza di revoca - afferma -. Probabilmente già la prossima settimana. In tutto questo, comunque, siamo soddisfatti del fatto che si sia aperto un dialogo con i pm, disposti a concedere al mio assistito almeno l'obbligo di dimora".

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