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Viterbo - Stasera il maestro presenta "Il pianoforte d'oro"
Mogol al parco Lucio Battisti racconta la musica
Viterbo - 10 settembre 2009 - ore 0,30

Il maestro Mogol
- Giulio Rapetti, o meglio Mogol. Il maestro Mogol. Il paroliere di Battisti. L'uomo che con la sua arte ha fatto innamorare, emozionare e a volte anche piangere gli italiani.

Non soltanto quelli che negli anni '70 hanno vissuto l'epoca d'oro della sua collaborazione con Lucio, ma anche quelli che in quel periodo non erano neanche nati eppure conoscono a memoria tutto il repertorio.

Un artista nazionale, un uomo che ha fatto la storia della musica. Tanti vorrebbero conoscerlo, ma lo percepiscono così lontano, nel mondo mitico abitato dai geni. Mogol invece staserà sarà qui. A Viterbo per presentare un altro dei suoi progetti musicali e non solo.

Con questa città il maestro sta fondando un legame stretto che passa inevitabilmente per Pratogiardino. Il parco viterbese che fino a poco tempo fa non aveva un nome, ma che grazie all'intuito e all'amore per la musica è stato dedicato a Lucio Battisti e alle canzoni celebri scritte da Mogol.

Stasera, intanto, il maestro presenterà “Il pianoforte d'oro”, uno degli appuntamenti musicali inseriti nell'ampio cartellone del Settembre Viterbese. “Salirò sul palco insieme a degli artisti eccezionali – spiega il maestro -. Gli Emc, un gruppo statunitense che sta riscuotendo un grande successo e gli Audio2”.

E proprio con gli Audio2 Mogol ha raggiunto quest'anno l'ennesimo traguardo musicale. L'8 maggio scorso è uscito nei negozi “MogolAudio2” e dopo poche settimane si è aggiudicato il disco d'oro. Il progetto vede per la prima volta Mogol, autore di tutti i brani presenti nel disco, dare il proprio nome all’intero album, insieme al celebre gruppo italiano.

“Questo successo – commenta il maestro – è un chiaro esempio di quanto conti la qualità dei prodotti musicali. Anche se, purtroppo, oggi non si dà più alla qualità l'attenzione che merita”.

Al “Pianoforte d'oro” Mogol cercherà quindi di puntare i riflettori su questo aspetto. “La cultura popolare – sottolinea – deve essere di qualità. Deve evolversi con passione e, perché no, con divertimento. La qualità va difesa perché è l'essenza della musica e, più in generale, della vita”.

Il maestro anticipa uno spettacolo eccezionale. “Quest'anno sarà soltanto un'introduzione – spiega – perché la manifestazione vera e propria è prevista per il 2010. Si esibiranno pianisti di fama internazionale che suoneranno cinque minuti ciascuno. Due giurie, una tecnica e una popolare, avranno il compito di decretare il vincitore. Non importa che genere di musica sia. Si può spaziare dall'hip-pop alla classica, l'importante è che sia di qualità”.

Non a caso lo spettacolo andrà in scena a pratogiardino Lucio Battisti. “Sarà una sorta di inaugurazione – dice –. Ho già visitato i viali alberati e ne sono rimasto colpito. E' l'ennesima dimostrazione di ringraziamento per il lavoro che io e Lucio abbiamo svolto insieme in un periodo indimenticabile della mia vita”. Un lavoro che ha lasciato una traccia indelebile nella musica italiana. Talmente indelebile che si è scelto a Viterbo di dare a quei viali il nome delle canzoni più famose di Battisti.

Ma Lucio ormai da 11 anni non può più fare coppia con Mogol anche se il ricordo del cantante è ancora vivo per il maestro. Ieri, il 9 settembre, ricorreva l'anniversario della scomparsa di Battisti. “Non sono molto bravo con le date – ammette il maestro Mogol – e deve confessare che non lo ricordavo. Ciò non toglie che lui è sempre nei miei pensieri, anche quando non c'è niente da commemorare”.

Tra i tantissimi ricordi che Mogol ha di Battisti c'è qualcosa di indelebile che li vince tutti. “Il suo sorriso – racconta –. Un sorriso radioso e solare che era la sua risposta a qualsiasi domanda. Quel sorriso che era un segno di estrema disponibilità in ogni momento, anche in quelli più difficili che capitano durante i momenti di creazione artistica”.

Anche Viterbo, a suo modo, ha voluto dimostrare che lo ricorderà. Mogol lo apprezza e Viterbo non lo dimenticherà. Anzi è già in movimento per coinvolgere la Città dei Papi in un altro dei suoi progetti. “Il sindaco mi ha chiesto di mettere in scena qui l'ultima opera musicale che ho creato con Gianni Bella – anticipa – dalla “Storia di una capinera” di Giovanni Verga.

La prima mondiale sarà rappresentata al “Festival dei due mondi” a Spoleto e sarà incisa in parte dall'orchestra sinfonica di Londra. Il giornalista Roberto Gervasi, che l'ha letta in anteprima, l'ha valutata come l'opera che rilancerà il melodramma italiano nel mondo. Una grande soddisfazione nata dal lavoro di un musicista sopra le righe come Gianni Bella”.

Infine un commento sulla Macchina di Santa Rosa che Mogol ha potuto ammirare per la prima volta il 3 settembre scorso. “Sono rimasto colpito ed emozionato dai facchini – conclude il maestro -. Dallo spirito che li lega e che dà loro il coraggio di compiere quello sforzo enorme per la loro santa. Uno spettacolo unico, non solo scenografico, ma realmente profondo. Un motivo in più per tornare a Viterbo”.

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