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Madre e figlia scomparse - L'elettricista di Gradoli ascoltato al tribunale dei minori - Nuovo sopralluogo alla villetta di via Cannicelle
Esposito: "Erika non è stata influenzata da nessuno"
Viterbo - 24 ottobre 2009 - ore 4,15

Paolo Esposito
L'avvocato Mario Rosati
La villetta di via Cannicelle
- Tutela di Erika, ascoltato Paolo Esposito.

E' stato ascoltato ieri mattina per circa un'ora, al Tribunale dei minori di Roma, Paolo Esposito.

L'elettricista 44enne, in carcere da più di tre mesi con l'accusa di aver ucciso e occultato i cadaveri di Tatiana ed Elena Ceoban, ha parlato dei rapporti con la figlia Erika.

A Esposito era stata revocata la patria podestà sulla bambina, avuta dalla relazione con Tatiana Ceoban, scomparsa da Gradoli il 30 maggio con la figlia Elena.

La bimba, di soli sei anni, è stata affidata a una casa famiglia di Bagnoregio e non vede il padre dalla scorsa estate. Ossia da quando Esposito è finito in manette.

Il destino di Erika sarà deciso soltanto a gennaio, quando si riunirà la camera di consiglio per decidere se potrà tornare a casa con i nonni, in attesa che il padre esca di prigione, o se dovrà restare nella casa famiglia.

Nel frattempo, si susseguono i colloqui dei giudici con i familiari della bimba.

Dopo i nonni paterni, Enrico e Maria Esposito, e la nonna materna Elena Nechifor, questa mattina è stata la volta del padre Paolo Esposito, accompagnato dall'avvocato Enrico Valentini.

L'elettricista di Gradoli ha tenuto a precisare che sua figlia non è stata influenzata da nessuno. Tantomeno dal suo avvocato, Mario Rosati.

Gli assistenti sociali che hanno avuto dei colloqui con Erika, avrebbero riferito che "lo zio Mario", ossia il legale di Esposito, avrebbe detto alla bambina che la sua mamma è morta e il suo papà è in carcere.

"Non avrei mai potuto farlo - ha detto l'avvocato Rosati -. Primo perché Paolo è il mio cliente. Secondo perché ero in Sardegna nel periodo in cui mi è stato contestato il fatto. Io e la bambina non ci siamo proprio visti".

Rosati, comunque, non era presente in aula, ieri mattina. Mentre si svolgeva l'interrogatorio al tribunale dei minori, il legale si trovava a Gradoli, nella villetta di via Cannicelle, dove Paolo Esposito abitava con Elena, Erika e Tatiana.

Qui si è tenuto l'ennesimo sopralluogo dei carabinieri e della Procura, durato oltre quattro ore.

"Dall'ispezione non è emerso nulla di nuovo - afferma Rosati -. Sono stati controllati alcuni mattoni che suonavano a vuoto, ma non è stato trovato alcunché. Dopodiché i carabinieri hanno eseguito un controllo all'impianto elettrico, ma anche in questo caso, nessuna scoperta di rilievo".

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