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Viterbo - Aeroporto - Tuscia vola commenta l'impegno del ministro Matteoli
"Ora dobbiamo preparci a vincere la sfida"
Viterbo - 8 maggio 2009 - ore 16,30

Riceviamo e pubblichiamo - Il ministro Matteoli ha lavorato magistralmente, ed in linea  con le promesse fatte a suo tempo, ha illustrato al Cipe i risultati della cabina di regia per la realizzazione dell'aeroporto di Viterbo ed ha chiesto al'Ente l'approvazione per lo stanziamento dei relativi fondi necessari. Fondi che dovrebbero essere approvati già dalla prossima seduta.

Guardando indietro si sentono ancora le voci di chi ci considerava dei pazzi sognatori, ed invece oggi siamo ad un passo dalla svolta epocale per il nostro territorio.

Ora, però, dobbiamo prepararci a vincere la sfida più grande: essere pronti e dimostrare che Viterbo era non solo tecnicamente, ma è anche territorialmente, la scelta più giusta, come lo sono stati, ad esempio, gli scali per Hahn (Frankfurt, Germania) e Charleroi (Brussels, Belgium) per i rispettivi territori dell'intorno aeroportuale.

Al riguardo, e al di là di quanto continuano a sostenere alcuni sparuti profeti di sventure e demagoghi catastrofisti, ci piace ricordare la testimonianza del dott. Franco Radicati (pendolare tra Viterbo e Brussels) per capire cosa ci aspetterà tra breve: ?Ritengo doveroso dare conto con la mia testimonianza dello straordinario sviluppo che, in pochi anni, hanno visto le due cittadine di Hahn  e Charleroi grazie agli aeroporti e agli investimenti che ne sono conseguiti.

Solo tre-quattro anni or sono Hahn era piena campagna, con quattro case a formare il paesino e stradine che potrebbero dirsi (in rapporto alle strade di Germania!) peggiori della nostra Cassia.

Noi pochi utenti regolari dell'aeroporto e gli allora altrettanto pochi turisti potevamo lasciare l'automobile in aperta campagna, a due passi dal terminal, senza pagare una lira di parcheggio.

Ci sentivamo un po' pionieri, volavamo con Ryanair ma con una certa apprensione. Lo scalo era un semplice capannone, pochissimi addetti, caldo d'estate e freddo d'inverno.

A distanza di così poco tempo i locali del terminal sono triplicati come volume ed estensione e migliorati esteticamente e funzionalmente.

Il territorio per alcuni chilometri intorno all'aeroporto è stato trasformato in parcheggio pagante, sempre traboccante di vetture.  

Lo scalo funziona anche da cargo, e centinaia di camion portano merci da inviare.

Sono state istituite numerose linee di autobus da tutte le città nel raggio di 200-250 km, compreso Lussemburgo e Francoforte; sono sorti alberghi, ristoranti e negozi e altri ne stanno sorgendo.

Le strade sono state rifatte, allargate, raddrizzate. Il personale è aumentato notevolmente sia nelle attività propriamente aeroportuali che in quelle commerciali.

Il paesino di Hahn è cresciuto e migliorato in quantità e qualità dei servizi. Insomma, uno sviluppo velocissimo e intenso, che ha portato lavoro e benessere alla popolazione locale.

A Charleroi è avvenuta la stessa cosa: senza entrare nelle stesse descrizioni, basti riferire che nel 2007 sarà inaugurato un nuovo terminal con una capacità di 3 milioni di passeggeri (da 250 mila nel 2000 sono passati a 2 milioni nel 2004!) e diventerà il secondo scalo nazionale del Belgio.

Mentre in origine l'aeroporto era servito dalla sola Ryanair, oggi presenta un ventaglio di ben cinque compagnie (Onair , WIZZ, Jet4you, Blueair e Ryanair) e vanta circa 25 destinazioni internazionali.

Allo stesso modo Hahn ha moltiplicato compagnie e destinazioni: le compagnie sono quattro (WIZZ, Iceland Express, LTU e Ryanair) oltre a vari tour operators e charters individuali, e coprono quasi cinquanta destinazioni.

Vorrei sottolineare, al di là dei vantaggi economici recati dall'incremento dell'occupazione locale e dallo sviluppo del commercio, la grande crescita di opportunità anche turistica, sociale e intellettuale che i due aeroporti recano al territorio.

E' frequente infatti vedere sugli aerei Ryanair all'andata o al ritorno, intere scolaresche, squadre sportive, compagnie musicali e gruppi di amici che viaggiano non - come me ed altri espatriati - per motivi di lavoro, ma per cultura, turismo e incontri sociali o sportivi.

Grazie ai prezzi low-cost moltissime persone che non avrebbero mai viaggiato oltre un certo itinerario decidono di approfittare di un week-end per recarsi in luoghi che altrimenti non avrebbero mai visitato.

Se solo si vive qualche tempo fuori della nostra provincia ci si rende conto del nostro enorme svantaggio in termini non solo economici, ma anche culturali. Siamo penalizzati sotto molti punti di vista, ma il problema dei trasporti (strade e ferrovie incluse) rappresenta a mio giudizio l'ostacolo più rilevante allo sviluppo del nostro territorio.

Tuscia Vola

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