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Beronica Lario e Berlusconi |
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- In un editoriale di apertura della prima pagina l'Avvenire attacca Berlusconi. Rossana Sisti chiede maggiore sobrietà al primo ministro.
"La politica e lo spettacolo - si dice nell'editoriale -, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell’occasione il peggio di sé. Non ci è piaciuto quel clima da scambio di 'favorini' veri, falsi o presunti tra amici e amiche.
E ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un’altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio.
Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi, arriva il momento del conto".
Ma non basta, nel finale dell'articolo arriva la rampogna più dura.
"Possiamo dirlo? Questa volta abbiamo vissuto con autentica tristezza il valzer delle candidature: se ci fossero davvero in lista d’attesa veline o attricette non lo sapremo mai, ma anche solo l’ipotesi di un uso delle ragazze come esca elettorale è suonata sconfortante - scrive con lucidità Rossana Sisti - .
Perché inaccettabile è una concezione della donna meramente strumentale: la «candidata» dev’essere bella, giovane, piacente... possibilmente disponibile.
Magari così solo allo sguardo degli estranei, ma si sa che le apparenze contano. E queste rivelano un ricorso ta lora spregiudicato al potere. Tuttavia la politica buona, quella che a volte diventa anche grande, è del potere un uso ben temperato, è sereno rigore, è consapevolezza della tenace significanza di un impegnativo discrimine e tico. È tenere sempre bene a mente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato nel «fare»".
E poi la bacchettata finale.
"Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qua lità delle leggi che contribuisce a varare.
Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono in differenti. Non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio – il meno deforme – all’anima del Paese".