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Viterbo - E in una lettera gli illustra il futuro scalo e i nodi da sciogliere
Aeroporto, l'assessore Bartoletti chiede un incontro a Matteoli
Viterbo - 4 maggio 2009 - ore 10,25

- Egregio signor ministro, la presente per manifestarLe la più profonda stima e riconoscenza per il magistrale lavoro svolto dal Suo Ministero: la cabina di regia per l'aeroporto di Viterbo rappresenta un esempio di eccellenza procedurale, di snellezza ed efficienza dell’azione di Governo.

Ella, come mai nessun altro prima d’ora, ha saputo organizzare, gestire e condurre un'organizzazione complessa, attraverso la quale, si è giunti in tempi da “record” a gettare solide basi per la realizzazione di uno tra i più importanti e strategici scali aeroportuali del nostro Paese.

Il nostro territorio le sarà eternamente grato.

Finalmente in Italia si vedrà realizzata un'infrastruttura scelta su basi tecnico-scientifiche dagli Enti che si occupano ex professo di aviazione civile, e non già la solita messa in scena frutto dei soliti intrighi politici che hanno affossato, per scelte sbagliate, il nostro Paese.

Tuttavia, ancora permangono alcuni punti nodali da sciogliere, ben noti al suo Ministero.

Pertanto mi permetto, senza alcuna pretesa di verità, di segnalare alla Sua cortese attenzione quanto segue:

Come è noto la gestione del futuro scalo viterbese è stata affidata de plano alla società Aeroporti di Roma per effetto dell’art. 18 della legge n. 31/08 che ha modificato l’art. 3 comma 2 del D. Leg.vo 9 maggio 2005 n. 96, “Revisione della parte aeronautica del Codice della Navigazione”, disponendo che, nel caso della delocalizzazione funzionale, l’affidamento della concessione della gestione aeroportuale è sottratto al regime della gara europea, previsto in termini generali dall’art. 704 del codice della navigazione, all’evidente scopo di non penalizzare la società che già gestisce un aeroporto interessato da un processo di delocalizzazione funzionale verso altro sito aeroportuale di nuova costituzione.

Vanno riscontrate, però, alcune situazioni che, se non risolte in tempi brevi, potrebbero rallentare, se non addirittura compromettere, l'iter realizzativo dello scalo della Tuscia.

Aeroporti di Roma: la nota società di gestione aeroportuale attualmente è, almeno sulla carta, concessionaria del costituendo aeroporto di Viterbo. L'accordo di programma stipulato tra la Società di gestione e l'ENAC chiarisce in maniera inequivocabile quanto sancito dal decreto mille proroghe in merito alla delocalizzazione funzionale degli scali aeroportuali.

Ad onor del vero, occorre precisare che la delocalizzazione a Viterbo dello scalo di Ciampino, potrebbe essere, dal punto di vista imprenditoriale, penalizzante per l'impresa che gestisce gli aeroporti romani.

Difatti è più che evidente che spostarsi a Viterbo, per chi ha il privilegio di gestire uno scalo a due passi dal centro di Roma, non costituisce certo motivo di grande stimolo.

D'altro canto, la possibilità a affidare la gestione dello scalo viterbese mediante le normali regole del bando europeo potrebbe aprire nella società romana un varco concorrenziale che le sottrarrebbe l'indubbio beneficio monopolistico della Capitale.

Quindi da un lato la tentazione di non abbandonare gli indubbi privilegi, peraltro unici in Europa, di poter contare su uno scalo a basso costo adiacente al centro cittadino, dall'altro l'assicurazione di poter contare come ultima ratio sullo scalo viterbese, ormai diventato esclusivo appannaggio della società ADR, ha messo detta società in una sorta di botte di ferro.

In quest'ottica si inserisce anche una terza via consistente nella possibilità di trasferire, in caso di chiusura, totale o parziale, di Ciampino, il traffico che oggi ivi insiste, sullo scalo di Fiumicino. È il caso di ricordare come gli attuali 30 milioni di passeggeri che oggi transitano sullo scalo di Fiumicino, in un futuro prossimo, grazie alla implementazione delle infrastrutture e alla realizzazione di un'ulteriore pista, potrebbe raddoppiare o addirittura triplicare.

Si legge sul sole 24 ore, del 29 u.s. (pagina 21): "in questi anni, prosegue il responsabile delle strategie (di ADR),"" sarà realizzato pure il riposizionamento di Ciampino, che diventerà un city airport con un traffico compreso fra i 2 e i 3 milioni di passeggeri; circa la metà di quelli attuali di cui il volume è cresciuto in misura esponenziale dai 700.000 del 2001 agli oltre 5 milioni attuali, grazie ai voli a basso costo.""Tipologia destinata al nuovo scalo di Viterbo,"che entrerà in esercizio entro il 2020 (sic!) con una capacità valutabile in 10 milioni di passeggeri, ma destinata a potenziali 20 milioni entro il 2044 quando la capacità complessiva dei tre scali romani tenderà 140 milioni annui dopo che superato 100 milioni nel 2031"". Se ne deduce che ADR, non ha alcuna intenzione di chiudere Ciampino e mira a potenziare il traffico su Fiumicino.

In quest'ottica l'assegnazione de plano della gestione dello scalo viterbese ad ADR potrebbe essere oggetto di ricorsi da parte delle società di gestione europee estromesse dalla potenzialità di partecipare ad un bando per l'assegnazione di uno dei principali scali aeroportuali del sistema Europa. Solo il completo trasferimento di Ciampino a Viterbo potrebbe giustificare l'assegnazione diretta ad ADR, senza che le altre società di gestione possano obiettare alcunchè.

Per questi motivi la strategia da adottare con gli aeroporti di Roma deve essere chiara e decisa.

Andrebbe fissata auspicalmente, da parte del Suo Ministero, una data improrogabile, per la chiusura di Ciampino, e un contestuale crono-programma da far rispettare dalla società Aeroporti di Roma. Solo così si potrà avere la garanzia che quest’ultima adempia agli impegni presi con serietà e determinatezza. Diversamente argomentando si rischia di aver a che fare con una sorta di Tela di Penelope: da una parte infatti ADR tiene vincolata Viterbo per evitare che altri possano legittimamente venire a gestire lo scalo, dall’altra non si fa nulla per chiudere Ciampino, anzi si auspica adesso lunga vita.

Ferrovie:

Ferma restando la prioritaria necessità di potenziare la tratta Roma-Cesano-Orte che oggi rappresenta, soprattutto per i nostri pendolari, l’unica alternativa per recarsi nella Capitale riteniamo, che in breve tempo si potrebbe collegare l’aeroporto di Viterbo al Centro di Roma in un’ora. Ciò sarebbe possibile senza grandi infrastrutture e lavori che rischiano di durare decenni mediante il potenziamento della ferrovia Viterbo-Orte sino a Sipicciano.

Da qui attraverso un raccordo ferroviario lungo non più di due chilometri i treni provenienti dall’aeroporto potranno imboccare la linea direttissima sino a Roma correndo alla stessa velocità della “freccia rossa”, senza disturbare o intralciare i treni ad alta velocità Roma-Milano.

Se poi si collegasse lo scalo direttamente a Grotte S. Stefano senza passare da Zepponami si risparmierebbero oltre 10 km di rete ferroviaria. (Vedi foto 1, 2 e 3)

1) Viterbo –Zepponami-Grotte S. Stefano

2) Grotte S. Stefano- Attiglian

3) Viterbo -Grotte S. Stefano

Per collegare l’aeroporto con la Capitale, però ci vorrà una nuova flotta di treni regionali veloci che possano viaggiare sulle linee tradizionali a velocità superiori a quelle dei treni pendolari di oggi e che una volta sulle linee ad alta velocità possano competere con i freccia rossa. In questo modo, dal capoluogo della Tuscia si potrebbe raggiungere la stazione Tiburtina in un’ora circa.

Bizzarra appare l’intenzione della Regione di puntare al potenziamento della ferrovia Roma-Civicastellana-Viterbo per dare un collegamento al futuro scalo. Anzi assurda.

Oggi i treni della società MetRo impiegano due ore e 40 minuti. Per velocizzare il collegamento occorrerebbe raddoppiare circa 90 chilometri di binario e “raddrizzare” la linea che oggi si snoda nel viterbese tra curve e controcurve e innumerevoli passaggi a livello, sullo stesso tracciato di una vecchia tramvia degli anni Trenta.

Tuttavia, in attesa del potenziamento della rete ferroviaria, che sicuramente costituisce un’esigenza irrinunciabile per la realizzazione dello scalo viterbese, è necessario attivare un sistema di trasporto intermodale integrato che consenta di collegare lo scalo viterbese con la capitale in tempi non dissimili da quelli che occorrono a collegare gli aeroporti di prossimità con le altre capitali europee.

Questo stratagemma consentirà di vedere realizzato lo scalo viterbese in tempi fisiologici e al contempo di rendere immediatamente operativa l’attività dello stesso.

Appare opportuno quindi fare alcune brevi considerazioni circa la intermodalità che consentirà ai passeggeri atterrati a Viterbo di raggiungere la Capitale, che non sono molto dissimili da quelli che attualmente riguardano tutta Europa.

Lo studio condotto da uno dei più importanti Studi nel settore infrastrutturale legato agli aeroporti, il Centro ICCSAI (International Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry), sui Livelli di accessibilità dell'Aeroporto di Viterbo (http://officinalex.googlepages.com/Pareresullaccessibilitdellaeroportod.rar ), conclude che anche in assenza (per ora) di ferrovia per Viterbo, la miglior soluzione disponibile allo stato attuale, dal punto di vista dei collegamenti stradali e dei servizi ferroviari offerti, sembra essere rappresentata dal collegamento con bus navetta sino ad Orte e il successivo utilizzo della linea ferroviaria Orte - Roma Termini.

La soluzione bus navetta - ferrovia consente di ridurre al minimo l'impatto sul traffico in accesso a Roma e collegare al polo di Orte passeggeri destinati ad altre città del bacino dello scalo viterbese.

Lo studio considera poi un risparmio di tempo derivante dal fatto che atterrare a Viterbo farebbe risparmiare ulteriore tempistiche, anticipando l'atterraggio dei voli rispetto a destinazioni di arrivo a sud di Viterbo o allo stesso aeroporto di Ciampino.

Conclusione: si può arrivare a Roma partendo da Viterbo in un'ora e 21 minuti.

Ovviamente nel giro di pochi anni dovrà essere attivato il citato servizio su ferro in quanto come è noto l’attuale stazione di Orte subirà nel tempo una progressiva ed inesorabile riduzione delle fermate dei treni a causa dell’implementazione della linea ad alta velocità.

In Europa accade più o meno lo stesso. Viterbo sarebbe infatti uno scalo delocalizzato come l'aeroporto di Beauvais che è situato a circa 80 km dal centro di Parigi e non c'è servizio ferroviario, ma è disponibile solo un servizio bus; l'aeroporto di Reus che è situato a circa 6km dalla città di Reus che è raggiungibile in 10 minuti tramite bus ed una volta arrivati è possibile prendere dei bus che raggiungono Barcellona in un ora e 30 min, per una distanza di circa 108 km; l'aeroporto di Girona situato a 18 km dalla città di Girona, e a circa 103 km da Barcellona, raggiungibile tramite due compagnie di bus; il notissimo aeroporto di Hahn che è situato a circa 124 km da Francoforte e non c'è servizio ferroviario, ma solo servizio bus; l'aeroporto di Vasteras che è situato a 120 km da Stoccolma e non ci sono treni, ma solo bus; l'aeroporto di Lubecca è situato a 65 km da Amburgo, ci sono servizi bus e taxi durata 1 ora; l'aeroporto di Weeze si trova a 78 km da Dusseidolf, ci sono solo bus e taxi e il tempo di viaggio 1 e 15 min; Stansted dista da Londra 70 km.

Anche per lo stesso aeroporto italiano di Orio al Serio, che da tempo ha superato i 6 milioni di passeggeri, i dati mostrano inequivocabilmente, come il trasporto ferroviario non sia poi così determinante per raggiungere l’aeroporto. Il 93% dei passeggeri non utilizza il treno nei collegamenti da e per l'aeroporto. (Vedi foto 4)

4) Intermodalità Orio al Serio

Conclusioni:

Il nostro motto è partire o meglio partire immediatamente.

Ovviamente fissando sin da ora le basi per la realizzazione di un collegamento ferroviario che consenta di raggiungere la Capitale in tempi fisiologici.

Per costruire un aeroporto occorrono non più di 6/8 mesi, per realizzare le infrastrutture ad esso collegate occorreranno degli anni. Come nella vecchia storia dell'uovo e della gallina noi riteniamo che nasca prima lo scalo poi le infrastrutture ad esso collegate. Diversamente argomentando non avremo mai nell'uno nelle altre.

Tutto ciò premesso, sono a chiederLe cortesemente di poterLa incontrare al fine di poter esporLe personalmente il nostro punto di vista, e comprendere le strategie finalizzate all’accellerazione dell’iter realizzativo dell’infrastruttura aeroportuale Viterbese.

Assessore all'Aeroporto Giovanni Bartoletti

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