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Viterbo - Tra biglietterie chiuse e macchinette fuori servizio
Prendere il treno a Orte? Facile come una corsa a ostacoli
di Giuseppe Ferlicca
V
iterbo - 3 maggio 2009 - ore 1,10

Un eloquente cartello affisso alla biglietteria della stazione di Orte
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L'elenco dei distributori ticket... senza gli indirizzi
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L'avviso della biglietteria, con annessa imprecazione di qualche pendolare...
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La macchinetta fuori servizio
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- Prendere il treno a Orte: una corsa a ostacoli. Vivamente sconsigliata a chi è poco allenato e troppo nervoso.

Ostacolo numero uno, parcheggiare l'auto nell'apposita area sotto la stazione. Costo: un euro al giorno. Solo che chi la gestisce ha pensato bene che una macchinetta per i biglietti che accetta solo monete da un euro, senza dare resto e non accettando altro tipo di monete, era un ostacolo troppo semplice. Da principianti.

Così la macchinetta è fuori servizio. C'è una biglietteria con personale addetto. Ma solo dalle 6 alle 19. Con qualche eccezione. Il 25 aprile e il 2 maggio chiuso. Qualcuno che ha particolarmente apprezzato, lo fa notare scrivendo quello che pensa in un cartello.

Che fare? Un avviso segnala di comprare prima i biglietti (prima di che?). E indica i punti vendita. Senza, però, menzionare le vie. Altrimenti sarebbe stato troppo facile.

Il solo punto vendita riconoscibile è il buffet della stazione. Quindi, si lascia la macchina e ci si avvia verso la rivendita. Sperando che nel frattempo non arrivi un solerte vigile.

Ma stazione e parcheggio non sono esattamente vicinissimi. Così se ne vanno tranquillamente quindici minuti tra andata, ritorno alla macchina e rientro in stazione. E il treno per il quale eravate arrivati con un anticipo di venti minuti, allegramente vi saluta e se ne va.

Pazienza. Tanto bisognava ancora acquistare il biglietto. Alla biglietteria? Beata ingenuità. Sempre troppo facile. E' chiusa.

Meno male che ci sono quelle automatiche. Sono addirittura due.

Anche se quegli schermi rossi in lontananza non promettono nulla di buono. Infatti. Entrambe fuori servizio. Che fare?

Il provvidenziale ritardo di dieci minuti del treno ci consente di chiedere informazioni. Non all'assistenza clienti. Dovrebbe essere aperta. Luce accesa, ma la stanza è tristemente vuota.

Meglio tornare al bar, dove una cortese signorina ci consiglia di farlo direttamente sul vagone. Finalmente arriva il treno. Tutto finito? Manco per idea. La corsa a ostacoli prosegue.

Adesso inizia la caccia al bigliettaio. Sempre che creda alla storia delle biglietterie fuori servizio, altrimenti si paga la penale.

Magra consolazione, nel frattempo all'assistenza clienti è tornato l'addetto. Assisterà qualcun altro.

Se è questo il modo di favorire l'uso del treno, a scanso d'equivoci, la prossima volta si va in auto.

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