Riceviamo e pubblichiamo -
Le esternazioni di alcuni sindaci riguardo la Talete mostrano quanto sia alto il livello di falsificazione che si può raggiungere per guadagnare o far guadagnare qualche voto in vista delle prossime elezioni.
Si ha a cuore l’acqua pubblica ma si combatte l’unica società a capitale interamente pubblico che gestisce il sevizio idrico.
Si ritarda la consegna del servizio idrico alla Talete mettendola in difficoltà finanziaria (la si priva degli introiti delle bollette).
Affermando il falso si attribuisce alla Talete la volontà di vietare interventi sugli acquedotti: i sindaci (vedi Civitella d’Agliano) vogliono decidere gli interventi al di fuori di ogni confronto addossando i costi alla Talete.
Vogliono aprire un mutuo o intervenire sulla rete? Liberi di farlo ma se ne assumano tutti i costi.
I politici che decidono tutto, a cominciare dalle cariche societarie, sono proprio i sindaci che poi accusano i “politici” che sono essi stessi. A chi appartengono i membri del Cda della Talete? Chi li ha proposti? Chi li ha eletti?
Si tenta di eludere da sempre le dirette e uniche responsabilità dei sindaci: votazione degli organismi, approvazione del piano tecnico economico, sostengo alle forze politiche, che hanno prima varato la legge Galli, madre di tutti gli aumenti, e poi tutte le successive leggi finanziarie privatizzatrici.
Questi sindaci sono bravi, o pensano di esserlo, a scindersi in più personalità a seconda della parte in commedia da recitare, e, pur essendo loro i responsabili, fanno di tutto per scaricare su altri le loro scelte che ogni giorno invece diventano più chiare: vogliono privatizzare il servizio idrico.
Federazione del Prc
