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- Sparatoria a Vetralla, dopo un mese si costituisce il pastore Giovanni Carai.
A poco più di un mese dalla vicenda che ha scosso l’intera comunità vetrallese e che aveva visto una sparatoria in pieno centro nelle prime ore del pomeriggio della vigilia di Pasqua, è terminata la latitanza del 62enne Giovanni Carai, allevatore di Orune (NU), autore del tentato omicidio del coetaneo B.S., di origini abruzzesi ma residente a Vetralla.
L’uomo, perfetto conoscitore delle zone campestri della provincia dove per anni ha pascolato il proprio gregge, aveva fatto perdere le proprie tracce appena commesso il fatto.
Le ricerche da parte dell’Arma erano scattate immediatamente con un gran dispiegamento di uomini e mezzi, comprese unità cinofile ed elicotteri, ma l’uomo sembrava sparito nel nulla e c’è chi vociferava fosse tornato nell’isola natia.
Il lavoro dei carabinieri della compagnia e del nucleo investigativo di Viterbo e della stazione di Vetralla si è svolto, continuo e meticoloso, su più fronti.
Da una parte gli uomini ininterrottamente impegnati a pattugliare le campagne, a contattare gli allevatori della zona, a eseguire appiattimenti notturni nella boscaglia, servizi che avevano portato quasi da subito a individuare l’autovettura del latitante utilizzata subito dopo i fatti in una macchia nella zona di Blera, dall’altra un continuo contatto con i familiari, gli amici e il legale del catturando affinché in eventuali contatti lo convincessero a consegnarsi anche in virtù dell’età avanzata e del proprio stato di salute.
Oggi pomeriggio l’epilogo.
Carai, vistosi ormai braccato, si è consegnato agli uomini dell’Arma dopo aver comunicato la propria posizione.
L’uomo, dopo essere stato condotto dai carabinieri all’ospedale Belcolle per una visita che ne attestasse lo stato di salute dopo più di un mese alla macchia, è stato trasferito a Mammagialla dove, nei prossimi giorni, verrà ascoltato dai magistrati.
Sono ancora in corso le ricerche dell’Arma del delitto nascosta dall’anziano allevatore.