Elena Pilli, l'antropologa molecolare incaricata di svolgere gli accertamenti sulle macchie |
 |
 |
Giorgio Portera, consulente della difesa di Esposito |
|
L'avvocato di Ala Ceoban, Pierfrancesco Bruno |
 |
L'avvocato di Paolo Esposito Mario Rosati |
 |
L'avvocato di Paolo Esposito Enrico Valentini |
 |
|
|
- Incidente probatorio, presentata in aula davanti al gip la relazione del perito.
Sono stati illustrati ieri mattina in tribunale i risultati delle perizie dell'antropologa molecolare Elena Pilli.
Il perito era stato incaricato dalla procura della Repubblica di Viterbo di svolgere le analisi sulle macchie di sangue trovate nella villetta di Gradoli, dove vivevano l'elettricista Paolo Esposito, la sua bimba di sei anni, la convivente Tatiana Ceoban e la figlia di 13 Elena. Di queste ultime si sono perse le tracce dal 30 maggio scorso.
Dalla perizia della dottoressa Pilli, è risultato che su 30 macchie trovate, 20 hanno dato esito positivo e sono, cioè, tracce di sangue a tutti gli effetti.
Le altre 10, invece, risulterebbero negative. Il che significa che, secondo il perito, non contengono né materiale ematico né materiale organico.
Precisare la loro natura non è interesse della difesa di Paolo ed Ala. Per gli avvocati Bruno, Valentini e Rosati, quel che conta è che non si tratti di sangue umano, come i primi accertamenti al luminol potevano lasciar intuire.
"Le tracce che avevano dato esito positivo al luminol - dicono Bruno, Rosati e Valentini - risultano ora negative. Questo, per noi, è un fatto importante. E' come se, grazie a questi accertamenti, crollasse un pezzo dell'accusa. Se, infatti, dopo la prova del luminol, gli inquirenti potevano ancora pensare a un eventuale omicidio e a un trascinamento dei corpi, quelle stesse macchie che potevano indurre una simile riflessione, ora non sembrano più così rilevanti. Perché non sono macchie di sangue".
In aula era presente anche il consulente tecnico della difesa di Esposito, Giorgio Portera, al quale, però, non è stato consentito di presentare la propria relazione.
"Il giudice non ha voluto - affermano gli avvocati - e la cosa ci secca un po'. Non condividiamo la sua decisione perché riteniamo che i consulenti di parte, in questa sede, sarebbero dovuti intervenire. Se non altro perché avrebbero avuto qualcosa da dire".
Non è escluso, comunque, che le relazioni dei periti della difesa possano essere presentate in un secondo momento.
"Le nostre consulenze erano interessate a chiarire alcuni dettagli - concludono gli avvocati -. Vorremmo soprattutto dare una collocazione dinamica ai dati della dottoressa Pilli e lo faremo al momento più opportuno, depositando le nostre relazioni e presentandole, se ce ne verrà data la possibilità".
|