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Slancio di Fede |
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Riceviamo e pubblichiamo - Giunta al 43° trasporto, la Minimacchina di Santa Rosa del centro storico di Viterbo raccoglie da tempo consensi unanimi e ammirazione.
I viterbesi si sono affezionati all’ormai tradizionale trasporto del primo settembre: la “piccola creatura” di cartapesta è portata in trionfo da circa 200 piccoli facchini per le vie abbuiate del centro storico, in parte le stesse della Macchina grande, ed è preludio proprio a quest’ultima.
La Minimacchina “Slancio di Fede”, alta quattro metri e mezzo, dal peso di circa quattro quintali, nacque da un processo lungo e laborioso: idea di tre ex-minifacchini, i fratelli Alessio e Mirko Perlorca e Giulio Presutti, incontrò nel febbraio del 2006 il favore dei membri del Comitato Centro Storico.
Conclusasi la fase progettuale iniziò così il duro lavoro di reperimento dei materiali e della costruzione vera e propria.
A far nascere la Minimacchina non furono una ditta esterna o un laboratorio di grafica e nemmeno un artista, bensì essa fu frutto della volontà, della passione e della determinazione di persone comuni, membri del comitato e giovani collaboratori, quasi sempre ex-minifacchini.
Il valente ed esperto Mario Agostini, coadiuvato da Salvatore Fazio, per la parte strutturale in legno e ferro; Bruno Scardozzi, Giancarlo Bruti, veterano delle Minimacchine, Alessio Perlorca, Mirko Perlorca, Giulio Presutti, Manuel Casagrande e Angelo Freschi per le decorazioni in materiali plastici, polistirolo e cartapesta e le fini verniciature;
Lucio Laureti per l’impianto elettrico e la progettazione dell’illuminazione. Ci onorò persino della sua collaborazione il grande artista viterbese Luciano Funari, che ringraziamo per la realizzazione dei leoni.
Quarant’anni fa la Minimacchina era di legno e cartone, poi si utilizzò il gesso, più finemente lavorato, la cartapesta, sempre adatta ad ogni tipo di decorazione, in ultimo i materiali plastici.
Era illuminata con poche fiaccole, qualche lumino, poi fu arricchita con la luce artificiale: erano pur sempre pochi fili per la corrente elettrica, poche lampadine, insomma, una struttura all’insegna della semplicità.
Oggi “Slancio di Fede” si presenta con 90 lumini a fiamma viva, alimentati da cera liquida, e un impianto elettrico di grande complessità e tecnologia, con componenti per l’illuminazione che arrivano persino dagli Stati Uniti.
Vi sono installate lampade di ogni tipo: dieci alogene da dieci Watt, venti alogene da trenta Watt e dieci alogene da 50 Watt; inoltre sono presenti circa 600 micro diodi led e diodi da 3 Watt ad alta intensità per un totale di circa 120 Ampere di assorbimento.
Il motore di tutto ciò sono 2 batterie da 120AH dal peso di 25 kg l’una, sostituite lungo il percorso: ne occorrono ben cinque per ultimare il trasporto.
Anche la Minimacchina, insomma, è al passo coi tempi; le uniche cose che non sono mai cambiate sono la passione e la dedizione di tutte le persone che, negli anni, hanno permesso che questa tradizione potesse radicarsi nel cuore dei viterbesi sino a guadagnarne l’ammirazione.
Quest’anno sarà l’ultimo trasporto per “Slancio di Fede”, Minimacchina giunta per la prima volta allo storico traguardo dei quattro trasporti (sono tradizionalmente tre). In concomitanza di ciò, il comitato centro storico e gli ideatori di “Slancio di Fede” colgono l’occasione per ringraziare sentitamente tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato alla sua realizzazione.
Il Comitato Centro Storico
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