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Giuseppe Zucchi
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Volo d'angeli a piazza San Sisto
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-Che emozione! Sì, non si può nascondere una sorta di commozione nel vedere “Come eravamo...”. Le immagini straordinarie, recuperate dall'archivio di Silvio Cappelli, sono incommentabili. Ne abbiamo realizzato una serie di video che pubblicheremo aspettando il 3 settembre.
Sono immagini che partono da quello che è stato uno dei momenti più alti della storia della macchina: il Volo d'angeli di Zucchi.
La macchina delle macchine. In queste prime clip si può vedere il figlio di Zucchi, Luigi, che insieme allo staff e al padre costruisce la macchina a San Sisto.
Per anni la macchina fu realizzata senza nessuna copertura. I viterbesi ammiravano la costruzione di Volo d'angeli pezzo per pezzo. La centellinavano, la sorseggiavano con un raro bicchiere di Piccolit.
Ma quella era una macchina bella di giorno e di notte e non si nascondeva agli sguardi.
Come ha spiegato Augusto Zucchi a Tusciaweb, qualche giorno fa, quella di Zucchi era una famiglia che “mangiava pane e macchina di Santa Rosa”.
Ci sono famiglie viterbesi che non hanno semplicemente contribuito alla tradizione della Macchina ma sono la tradizione. I Papini, gli Zucchi, i Celestini, gli Ascenzi hanno fatto della macchina il luogo della vita. Il luogo di una fede Rosacentrica.
Oggi, che si rischia di deviterbisizzare una tradizione centenaria, è forse bene riandare a dare uno sguardo a “Come eravamo...”. A come erano i grandi costruttori che hanno fatto, insieme ai facchini, la storia della Macchina.
Dai filmati viene fuori gente forte. Gente semplice. Gente capace di trasformare una processione in un trionfo di luce e forza. In una esplosione di metafisica e fede.
Si scopre anche che, durante la festa, si vivevano climi e atmosfere indimenticabili e dolci.
Per fare un esempio. Zucchi, che oltre ad essere l'ideatore guidava la macchina con a fianco un Nello Celestini giovane e magrissimo, aveva un dialogo continuo con i facchini.
“Terza fila! è vostra!”, gridava mentre la macchina viaggiava. E voleva dire che la terza fila ciuffi avrebbe “sentito” di più la macchina. E il nipote Augusto ha spiegato che voleva dire che la terza fila aveva l'onore di portare più peso.
Ma il bello e l'emozionante dei filmati sono i viterbesi che si muovono intorno alla macchina. Con le loro 850 o con le 128 Fiat.
I loro vestiti anni settanta. Le acconciature supercotonate delle donne. Gli uomini longilinei senza aver fatto nessuna dieta.
Insomma bella gente.
Ma nei filmati si vedono anche come cambiano le tradizioni. Un Pio Marcoccia sindaco annuncia che per la riunione con i facchini era ora di lasciare il cortile delle scuole Rosse per trovare un luogo più adeguato.
Ci sono poi le cene con i facchini e il sindaco. E lì c'è un Rodolfo Gigli giovanissimo. Un Domenico Mancinelli che si muoveva tra i facchini con familiarità. E poi tanti volti di altri tempi. Soprattutto quelli dei facchini. In un filmato si vede un Quintaletto quasi snello. Sì, snello. C'è chi porta i baffi alla Aramis e chi saluta la telecamera.
Roba d'altri tempi. Ma che nostalgia...
In questo primo video si scopre, tra l'altro, che Volo d'angeli veniva costruita partendo dalla Santa in cima, per la parte ornata. E poi emergono immagini che ricordano la costruzione di un grattacielo.
Al video abbiamo lasciato la musica che fu inserita a suo tempo. Anche questa ci è sembrata un segno di un'epoca.
E ora gustatevi questo bel video...
Carlo Galeotti
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