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- Lasciate ogni speranza o voi che entrate, il nome del candidato sindaco di Viterbo non lo sentirete.
Se Antonio Tajani ieri sera voleva trovare un modo per gelare la folla presente al Pianeta Benessere, riunita di fronte ai vertici regionali An e Fi, c’è riuscito benissimo.
Aprendo il dibattito, di fronte a circa 400 persone ha detto: “Il nome del candidato sindaco non c’è ancora ha spiegato se qualcuno si aspettava investiture stasera, posso dire che ancora non c’è.
Ma entro domenica avremo definito tutti i dettagli.
Sarà una persona prestigiosa e vincente”. Dopo averla tirata così per le lunghe, ci mancherebbe pure che sia una persona di basso profilo e perdente.
Qualcuno tra i presenti s’è interrogato perplesso e si sarà detto: “Che ci sono venuto a fare?”. Semplice. A sentire Tajani, Giro e i vertici locali su quanto Pdl sia bello e Pd invece sia brutto. O anche, Berlusconi bravo, Veltroni cattivo. O altre primizie del genere.
E’ la campagna elettorale. Che a Viterbo è cominciata senza che ci sia ancora ufficialmente il nome del primo cittadino candidato.
Lasciando in piedi anche l’interrogativo sull’apparentamento con l’Udc. Giulio Marini, parlando ha ribadito la bella esperienza della Cdl a palazzo dei Priori, dando per scontata la possibilità di proseguire con la stessa maggioranza anche nella prossima.
Al che Gabbianelli probabilmente avrà pensato: “Ma che film ha visto?”. Tanto che nel prendere la parola ha sottolineato come fare una coalizione per vincere può portare all’effetto boomerang.
Perché dal giorno dopo possono cominciare i problemi.
Gabbianelli promuove i quattro anni in Comune, ma si poteva fare meglio. Per questo ribadisce che è necessario seguire la strada spianata a livello nazionale da Berlusconi. Al voto senza l’Udc.
A domenica, per l’ultima puntata. Forse.