Viterbo - Federlazio- Calano produzione e ordini- Stabili gli investimenti
Brusca frenata dell'economia
6 marzo 2008 - ore 16,00
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Giuseppe Crea, direttore di Federlazio
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- Brusca frenata per le imprese della Tuscia. Calano la produzione e gli ordini, stabili gli investimenti e diminuisce il fatturato.
Unico dato in controtendenza, l’occupazione che tiene.
E’ un bilancio con più ombre che luci, quello che emerge dall’indagine congiunturale della Federlazio, riferita al secondo semestre 2007. E le previsioni per il 2008 non promettono niente di buono.
“Le opinioni espresse spiega il direttore Giuseppe Crea sono improntate a una scarsa fiducia e si prevede una situazione di sostanziale calo”.
Diverse le motivazioni che hanno portato a questa situazione. Tutte di carattere generale, più qualcuna di natura locale.
“Il prezzo del petrolio osserva il presidente Federlazio Rino Orsolini le quotazioni del dollaro, sommati a un clima di sfiducia generale, sono fattori di crisi”.
Poi c’è il fattore Viterbo. “Per realizzare opere continua ci vogliono 25 anni. scontiamo un ritardo sulle infrastrutture. C’era stato detto che doveva partire il tratto fino a Cinelli della Superstrada, ma niente ancora.
A Civita Castellana i venti milioni per il distretto industriale si sono volatilizzati.
Adesso c’è l’aeroporto. Stiamo alla finestra per vedere cosa succede”.
L’indagine congiunturale secondo semestre 2006 della Federlazio
In linea con le contrazioni registrate nel primo semestre 2007, anche nel periodo luglio-dicembre è proseguito il rallentamento della produzione.
A
ccentuato il calo della quota di aziende che ha dichiarato aumenti dei livelli produttivi: dal 44% del primo semestre al 22,7%: un valore più che dimezzato rispetto ai risultati di fine 2006.
Significativo l’incremento delle imprese che dichiarano una stabilità del volume di prodotti: dal 44% al 59,1%.
Salgono al 18,2%, rispetto all’11% del primo semestre, coloro che hanno registrato una riduzione dei livelli di produzione.
La perdita di velocità dell’attività produttiva è imputabile alla frenata della domanda, sia interna che estera.
Scende dal 28% al 22,7% la percentuale delle imprese che dichiara un aumento del livello degli ordinativi; mentre sale dall’11% al 16% il numero di intervistati che denuncia una contrazione di ordini.
Netta variazione negativa anche per le aziende che dichiarano una stabilità: dal 61% al 36%, tornando ai livelli di fine 2006.
Per quanto concerne la distribuzione geografica degli ordinativi, decisamente in calo la percentuale (dal 28% al 13,6%) di aziende che registrano un aumento degli ordinativi interni; contenuta, dal 61% al 32% ,la variazione delle risposte relative ad un livello stabile; aumentano, dal 17% al 22,7%, coloro che dichiarano una riduzione degli ordini.
L’indagine conferma il trend negativo, riscontrato nella precedente rilevazione, delle esportazioni verso i mercati dell’Unione Europea: dimezzato,dal 50% al 25%, il dato relativo agli operatori che registrano un incremento; salgono del 12% le risposte relative alla diminuzione degli ordini; aumenta, dal 50% al 62,5%, il numero di aziende che rilevano una stabilità.
Pesante il rallentamento degli ordinativi dai mercati internazionali, extra UE: nessuno degli intervistati ha registrato un aumento.
Parallelamente scende dall’80% al 66,7% il numero di imprese viterbesi che evidenziano un valore di ordini stabile; aumenta del 33,3% la quota di intervistati che ha ridotto le vendite all’estero.
L’andamento negativo nel secondo semestre 2007 viene confermato anche dai livelli di fatturato.
Tra gli operatori del panel intervistati sono apparsi un aumento i giudizi negativi. Solo il 31,8% del campione (rispetto al 50% della precedente rilevazione) ha dichiarato un aumento del fatturato.
In calo anche le imprese che registrato una stabilità: dal 39% al 36,4%. Decisamente più marcato, dall’ 11% al 31,8% l’incremento di coloro che denunciano una diminuzione.
L’approfondimento di questo dato, evidenzia per il mercato italiano la contrazione del numero delle imprese che registrano aumenti di fatturato (dal 50% al 31,8%); di poco variato il numero di risposte che registrano stabilità (dal 39% al 40,9%); più accentuato l’incremento di quanti dichiarano perdita di fatturato : il 27,3% rispetto all’11% della precedente rilevazione.
Marcata la flessione anche dei dati sul fatturato proveniente dai mercati UE: solo il 25% del campione ,rispetto al precedente 67%, ha registrato un aumento; sale dal 33% al 75% il numero di imprese che dichiarano una stabilità.
Analogamente si contrae anche il fatturato sui mercati internazionali extra UE: passano dal 20% al 16,7% coloro che hanno registrato aumenti; sale del 16% il numero di coloro che dichiarano una diminuzione; in flessione anche la quota di aziende che dichiara stabilità (dall’80% al 66,7).
A fronte dei risultati conseguiti, resta comunque improntato ad una sostanziale stabilità l’andamento dell’occupazione.
La situazione non varia nella maggioranza degli operatori intervistati : gli organici sono risultati stabili nel 73,9 delle aziende, rispetto al 61% della precedente rilevazione.
Scende del 4,6% il numero di intervistati che dichiara un incremento delle assunzioni (17,4% rispetto al 22% della precedente rilevazione); mentre passano dal 17% al 8,7% coloro che dichiarano una riduzione dell’organico aziendale.
In flessione anche il ricorso alla Cassa Integrazione Ordinaria nell’industria: dal 6% al 3,8%, rispetto allo stesso periodo del 2006.
Analogamente per quanto riguarda le ore di CIG nell’Edilizia: dall’11,8% al 7,2% rispetto all’anno precedente.
Gli investimenti confermano di essere una variabile molto sensibile al ciclo economico: la fase di rallentamento ha ridotto l’impulso ai piani di spesa, facendo segnare un andamento marcatamente negativo.
I valori negativi registrati nella seconda metà del 2007, evidenziano un atteggiamento di scarsa fiducia che ostacola progetti di investimento nel medio periodo: ciò indica la situazione di difficoltà in cui versano gli operatori.
Rispetto alla totalità (100%) delle risposte positive del 1° semestre, nel periodo luglio-dicembre dello scorso anno solo il 30,4% degli imprenditori intervistati ha dichiarato di aver effettuato investimenti, ed aumentano del 69,6% coloro che dichiarano di non aver investito.
L’indagine della Federlazio ha rilevato anche le previsioni a breve, in ordine all’andamento del 1° semestre 2008. Le opinioni espresse sono risultate improntate ad una scarsa fiducia che regna tra gli operatori.
I saldi attesi per le principali variabili aziendali sono in calo rispetto a quanto riscontrato nella precedente indagine congiunturale.