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Le immagini del Bagnaggio distrutto
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L'acqua nei campi
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Riceviamo e pubblichiamo
- Le immagini del Bagnaccio, riportare in questi giorni dalla stampa, nel silenzio assordante delle autorità e della pubblica opinione, sono l’emblema di una assuefazione culturale che è necessario evidenziare e denunciare.
Come per il Bulicame, così per le Ceramiche Tedeschi e per le Mura di Viterbo, questa città si muove lenta verso il proprio destino di indifferenza e di abbandono.
Poiché non vi sono agenzie culturali autorevoli e dirlo al cospetto di un ateneo e di una facoltà di Beni Culturali è solo apparentemente un errore o una dimenticanza la difesa del patrimonio storico e paesaggistico diffuso dovrebbe essere un compito delle istituzioni.
Quindi dei cittadini, messi nelle condizioni ovvero informati di partecipare alla manutenzione ed alla salvaguardia dei beni comuni nell’ambito di una attenzione diffusa ed orientata.
Ai cittadini è demandata la prima essenziale sorveglianza contro abusi e illeciti.
Le periferie della città, le campagne, gli orti urbani, i viali, i casali, le alberate, stanno scomparendo sotto le ruspe che non hanno ricevuto criteri di sorta da parte di una amministrazione, quella uscente di Gabbianelli, che ha lasciato carta bianca ai costruttori e che non ha controllato come avrebbe dovuto su scempi paesaggistici.
Gli ultimi di fronte al convento della Palanzana: muri osceni e ville spacciate per case rurali. Viterbo sta scomparendo è con essa muore l’orgoglio dei suoi cittadini?
Esprimere un desiderio, a questo punto, appare l’unica scelta possibile.
Sarebbe bello se il prossimo consiglio comunale di Viterbo riuscisse a condividere la necessità di elaborare un progetto di monitoraggio delle emergenze diffuse da tutelare, con la partecipazione diretta dei cittadini.
Partecipazione ed educazione: riusciamo a tutelare solo quello che amiamo, riusciamo ad amare solo quello che conosciamo.
Umberto Cinalli
Portavoce Verdi per la Pace del comune di Viterbo