 |
Le immagini del Bagnaggio distrutto
Copyright Tusciaweb |
 |
 |
L'acqua nei campi
Copyright Tusciaweb |
 |
 |
 |
 |
- Una domenica a secco.
Quella che per centinaia di persone era diventata una consueta e rilassante abitudine, non solo nei giorni festivi, è finita. Forse per sempre.
Le vasche d’acqua sulfurea al Bagnaccio sono a secco. La notizia ha già fatto il giro della città, ma ieri, con la prima giornata di sole, in molti sono arrivati non solo da Viterbo, convinti di potersi fare magari il primo bagno di stagione.
Trovando una brutta sorpresa. Al posto dei parcheggi, transenne. Dove c’era la vegetazione, cartelli che fanno assomigliare il posto a un cantiere. E soprattutto, le vasche vuote e l’acqua che scorre per i campi.
Solo una è stata riempita da alcuni volontari, utilizzando una pompa elettrica. In ricordo dei bei tempi che furono.
Qualche bagnante ne ha approfittato. I più, invece, scendono dalla macchina, s’informano e sconsolati se ne tornano. Dopo avere appreso il mistero delle pozze vuote. Che tanto mistero non è.
Pare che il problema sia nato durante lavori in un campo sottostante la zona delle vasche. Una ruspa avrebbe urtato contro una sorgente d’acqua sulfurea, causando la fuoriuscita che poi ha prosciugato la sorgente che si trova più in alto e che alimentava le “pozze”. Lasciandole vuote.
C’è chi sull’episodio, a domanda risponde facendo anche un po’ di storia.
Il mezzo meccanico avrebbe rotto una sorta di tappo che decine d’anni fa sarebbe stato messo, dopo che durante lavori per ricercare gas, era stata scoperta la sorgente. Storia (o presunta tale) che si perde nei vapori delle pozze.
Più che il passato, interessa il futuro. Rimettere il tappo sembra un’impresa difficile e soprattutto costosa. Così ’acqua fuoriesce copiosa finendo nei campi.
Uno spettacolo scoraggiante per i frequentatori che si dividono in due categorie.
I fiduciosi (ma non troppo): “Speriamo che tutto si sistemi presto” e i pessimisti. “Tanto non le sistemano e se lo fanno, poi le chiuderanno”.
Intanto l’acqua scorre e chissà quanta ancora ne dovrà uscire prima che qualcuno “chiuda il rubinetto” e sistemi la situazione.