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Il capitano Fornassi morto nell'incidente di Bracciano
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- Un pilota esperto. Con medaglie alla carriera e missioni all'estero.
Filippo Fornassi, nato a Castel Fiorentino il 9 aprile 1964, nella sua brillante carriera ha attraversato tutte le tappe che ne hanno fatto un militare di caratura, affidabile, come ricordano i suoi commilitoni.
Un punto di riferimento sul piano tecnico e morale.
Non a caso gli era stato affidato il nuovo elicottero NH-90. Un vero e proprio gioiello tecnologico prodotto da Agusta. Un vanto dell'industria aeronautica italiana.
Fornassi inizia la carriera militare nel 1986 quando, a 22 anni, viene nominato sottotenente di complemento dell'arma di artiglieria.
Due anni dopo, la promozione a tenente di complemento e nell'89 la nomina di pilota di elicottero.
Promozione che lo porta al centro dell'Aviazione dell'esercito, dove resterà per qusi 20 anni. E' qui che nel 1991 viene nominato sottotenente in servizio permanente effettivo del ruolo speciale unico. E nel 1993 viene promosso tenente.
Una carriera brillante, fatta di impegni e sacrifici e passione, proprio come sottolinea spesso i suoi colleghi. E nel 1999 la nomina a capitano e la partenza per le missioni all'astero.
E' stato istruttore di volo al centro di addestramento di Fort Rucker, in Alabama (Usa).
Nel 2006 ha prestato servizio per nove mesi al comando di divisione Eufor (European Union Force) a Sarajevo, in Bosnia, nell'ambito dell'operazione Althea.
Missione per la quale ha ricevuto dalla Nato una medaglia.
A confermare la professionalità e l'esperienza di Fornassi, altre due importanti onorificenze: una croce d'argento attribuitagli per anzianità di servizio (16 anni) e una medaglia militare aeronautica per la lunga navigazione aerea, d'argento.
Ma più di tutti nella caserma di Vterbo lo ricordano per la passione e l'impegno che quotidianamente metteva nel suo lavoro. Insegnava ai colleghi con meticolosità, la stessa che poi cercava in sè quando era in volo.
Filippo Fornassi però non era solamente il capitano. Anzi il maggiore, come è stato promosso dopo l'ultimo volo.
Era un amico per i suoi colleghi e un uomo che a Viterbo aveva trovato la sua città e la sua casa, dove con la moglie Cristina aveva deciso di far crescere i suoi due figli di quindici e dieci anni, Elettra e Guglielmo.