Riceviamo e pubblichiamo - Senza parole…
Mi sono accorto di non riuscire a trovare le parole per commentare la tragica uccisione di David Paternollo.
È stato un gesto che, oltre che spezzare la vita di un uomo e rovinare un’intera famiglia, ha ferito tutti noi nel più profondo.
Inizialmente ho provato rabbia nei confronti del rapinatore che ha aperto il fuoco contro l’inerme commerciante, ma ora ciò che provo è solo un profondo senso di disorientamento.
Dov’è la legge?
Mi chiedo.
Come si possono tollerare questi atti criminosi che minano la libertà di tutti?
Da qui il mio appello alle forze dell’ordine, ai giudici e a tutti i Viterbesi, ai quali chiedo di denunciare e di non scegliere la via del disinteresse.
Subendo si alimenta solo la forza del crimine; bisogna invece alzare la testa e avere il coraggio di far sentire la voce che dentro i nostri cuori chiede giustizia, legalità… ma soprattutto tranquillità.
Il crimine non si è portato via solo Paternollo, ma ha ucciso anche una parte di noi stessi; e, se non ci sarà l’appoggio di tutta la comunità, porterà via anche la nostra libertà.
Non voglio criticare le istituzioni, perché non si può certo fare propaganda in circostanze così tragiche, ma voglio esortale affinché dimostrino, al di là delle bandiere di partito, che lo Stato c’è, esiste.
Perché è proprio laddove le istituzioni latitano che subentra prepotentemente il crimine.
Vogliamo solo garanzie di giustizia che vengano non solo dalle aule giudiziarie, ma anche dall’operato di una politica corretta, al di fuori di tutti quei complotti che hanno come unica vittima la società.
E chi più di tutti ne ha fatto le spese è stato Paternollo.
Luigi Poleggi
Presidente del “circolo Azzurro 1” di Viterbo