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Michele Pellecchia, l'omicida
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Pellecchia scortato dagli uomini della polizia
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L'arma del delitto
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Il taglierino usato nella colluttazione
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Il sangue sulla vetrina della sede della Tecom
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La sede della Tecom dove è avvenuto il deltto
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Gli uomini della volante che sono intervenuti non appena hanno sentito gli spari
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- Ucciso per circa 400 euro.
Questo è quanto è stato trovato dagli uomini della Mobile, guidati da Fabio Zampaglione, nella cassaforte di Paternollo nella sede Tecom in via Rossi Danielli.
Nella cassaforte c'erano anche effetti bancari (assegni e cambiali), che sarebbero relativi alle varie attività di Paternollo (compravendita di beni fallimentari e restauro di immobili. Gli inquirenti stanno analizzando il materiale ritrovato.
Intanto l'omicida, Michele Pellecchia, interrogato dal Pm Conti, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
La decisione di Pellecchia di non rispondere alle domande del magistrato sarebbe scaturita dal fatto che non aveva avuto ancora modo di parlare con il suo difensore di fiducia, nominato ieri sera.
Pellecchia, ieri, mentre era in Questura, ha detto alla polizia che non voleva uccidere e che i quattro colpi, esplosi con la 7,65, sarebbero partiti accidentalmente durante la colluttazione con Paternollo.
In precedenza in ospedale, dove era stato portato per curare la profonda ferita alla mano, Pellecchia aveva dichiarato di aver tentato la rapina perché aveva bisogno di soldi.
Sembra che Pellecchia fosse dedito al gioco, di qui la continua necessità di soldi.
Nella tarda mattinata di lunedì avrà luogo l'autopsia sul corpo dell'imprenditore Paternollo. Il corpo si trova nell'obitorio di Belcolle.
Che l'imprenditore sia stato ucciso da un colpo al cuore è stato confermato dal medico legale che ha eseguito ieri pomeriggio l'esame esterno sul cadavere.